Una nota del gruppo “Unità e Democrazia” dà ragione a C24: l’Amministrazione era già a casa

Una nota del gruppo “Unità e Democrazia” dà ragione a C24: l’Amministrazione era già a casa
Il sindaco Achille Cuccari e Michela Pontillo, moglie di Antonio Scialdone e cognata di Giovannalina Scialdone

VITULAZIO – In una nota diffusa dal signor Pietro Veltre, il gruppo politico “Unità e Democrazia” attacca l’Amministrazione comunale e stigmatizza l’atteggiamento di una parte della maggioranza consiliare, la quale aveva già trovato l’accordo con la minoranza per mandare a casa il sindaco Cuccari, aveva pure raggiunto uno studio notarile, ma il successivo dietrofront di Giovannalina Scialdone ha fatto saltare l’operazione. Ecco l’articolo che conferma quanto già riferito da C24 nel pezzo in “primo piano”:

Sembrano davvero giochi di prestigio quelli che si sono verificati l’altro ieri in consiglio comunale a Vitulazio quando la maggioranza Cuccari si accingeva a votare il bilancio previsionale 2013.

Ben quattro membri di maggioranza, l’assessore Gianna Lina Scialdone e i consiglieri Renato Terlizzi, Alfredo Leggiero e Luigi Scialdone, in totale disaccordo con la linea del primo cittadino, erano praticamente confluiti nelle fila della minoranza pronti a siglare davanti al notaio la sfiducia al sindaco.

Questa la posizione dei quattro fino a ventiquattr’ore prima del consiglio. Poi, stranamente, l’assessore Gianna Lina Scialdone, sorella del più noto Antonio Scialdone, ha fatto retromarcia e, come per magia, poco prima dell’inizio del civico consesso, anche gli altri tre sono clamorosamente ritornati sui loro passi andando a svendere un voto che non poteva, fino a poco prima,  essere favorevole alla delibera.

Cosa sarà mai successo? Certo qualcosa di strano o di diabolico ci sta. Costoro erano talmente convinti di sfiduciare il sindaco tanto da essere arrivati sull’uscio dello studio notarile per firmare la loro fuoriuscita dalla maggioranza. Si, con eufemismo parliamo di gioco di prestigio poiché la scelta di recarsi dal notaio stava a significare che il dissenso andava oltre l’ordinaria logica politica visto che per tali scelte non è richiesta una procedura così significativamente forte, ma  è sufficiente il semplice voto in consiglio comunale.

Un dietrofront  che lascia stupiti i cittadini che legittimamente si domandano come si possa cambiare così repentinamente posizione, quale fiducia possa ancora accordarsi a persone di tale incoerenza, cosa c’era dietro il loro ferreo dissenso e cosa è successo perché quella convintissima posizione sia mutata a trecentosessanta gradi   andando a sostenere un documento finanziario nel quale, in verità, nessuno crede e che tutti vedono come un mero formalismo zeppo  di cose dette e trite che da quindici anni, oramai, soffiano in bocca alle persone senza lasciare, poi, traccia alcuna di fatti concreti o realizzati.

La gente, giustamente, si domanda quale strana o interessata trattativa ci sia stata nelle ore precedenti il consiglio, quali convenienze o interessi possano avere spinto i quattro della maggioranza prima, della minoranza poi e della maggioranza ancora dopo, a un comportamento a dir poco misterioso.

Ma veniamo al documento finanziario. Il gruppo Unità e Democrazia, capeggiato da Raffaele Russo e Pietro Presentato, ha duramente contestato il bilancio previsionale proprio perché oltre a un coacervo demagogico e a insignificanti interventi di ordinaria manutenzione, non contiene altro. Eppure, reclama Russo, abbiamo spinto oltre ogni limite pur di vedere qualcosa che andasse a favore delle famiglie bisognose. Abbiamo proposto la  rinuncia o la riduzione dell’indennità di carica in modo da recuperare trentamila euro da destinare a coloro che hanno bisogno, specialmente a quelle famiglie dove ci sono difficoltà per mandare i loro figli a scuola. Abbiamo chiesto, prosegue Russo, di prestare maggiore attenzione al servizio di mensa e trasporto scolastico. Ma, conclude il capogruppo di Unità e Democrazia, il sindaco ci ha completamente snobbati, si è persino rifiutato di portare le nostre proposte in discussione nonostante lo avessimo formalmente e ripetutamente chiesto.

Insomma, un consiglio comunale al vetriolo che, promettono dalle parti della minoranza, ci obbliga a preparare battaglie ancora più forti, di maggior portata formale perché, per noi, l’interesse per la collettività e, in particolar modo, per le famiglie meno agiate, è e resta l’obiettivo primario.

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