L’invito alla preghiera di don Pietro ai ragazzi delle scuole visto dalla prospettiva di un credente

L’invito alla preghiera di don Pietro ai ragazzi delle scuole visto dalla prospettiva di un credente




VITULAZIO – Una lettera piuttosto “intensa” quella arrivataci. Forse non condivisibile, ma toccante: la triade Famiglia-Chiesa-Scuola ci pare un po’ troppo “conservatrice”.

Eccovi la lettera:

“Nella formazione di ogni Persona è molto influente il Trìpode Famiglia-Chiesa-Scuola.

Queste componenti funzionano benissimo se  intercomunicanti, con un aiuto reciproco nell’educare i bambini e ragazzi ad una vita buona e non solo bella. Tali componenti non devono essere separate ed il considerarle tali ha portato i frutti negativi che troviamo nella società attuale.

Ognuno, con la separazione, pensa che la colpa è dell’altro e nessuno è responsabile degli innumerevoli malanni dell’uomo.

L’educare è un’esigenza del cuore, scaturisce dall’amore che si ha per l’altro, senza vincolare la sua libertà, senza alcuna prevaricazione.

Il non educare o il disinteresse scaturisce dalla mancanza d’amore per l’altro, e non va considerato come rispetto per l’altro.

Sono genitori adottivi il Parroco-Religiosi-Catechisti e gli Insegnanti e come i genitori naturali hanno a cuore la vita buona dei loro figli.

Si diventa adulti guardano gli adulti e con il loro aiuto.

La Fede=Amore ha a che fare con la vita=gioia perché Dio non è un ornamento distaccato dalla nostra vita quotidiana intessuta di problematiche e di gioie.

La vita, se vissuta conforme alla Parola, conduce a vivere bene.

Il non Pregare-Conoscere conduce a svolgere solo riti religiosi perché svuotati del loro contenuto Sacramentale, essenza dell’unione con Dio.

La Scuola non deve sostituire il Catechismo, ma aiutandosi a vicenda si comprende meglio l’importanza della Scuola ed il lavoro e rispetto per chi ne fa parte.

La Chiesa viene criticata se rimane nelle sacrestie e se non si interessa dei problemi quotidiani dei suoi fratelli spirituali e viene criticata anche quando cerca di dare un contributo sociale.

L’atto del Parroco è stato un atto di carità verso i ragazzi, aiutando la Scuola ed i Genitori.

A parere del sottoscritto, sarebbe stato peggio se il Parroco non avesse chiesto, ne tantomeno esortato i bambini a dedicare un po’ di tempo alla Preghiera, far intendere che non si prega solo in Chiesa ma è parte integrante della vita, e tutti ne beneficerebbero.

Tutti abbiamo bisogno di Dio.

Tutti abbiamo bisogno di tutti.    Tommaso”

 

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