I Giovani Democratici di Vitulazio al Sindaco: “è andato in ferie e non ce ne siamo resi conto? Dia risposte chiare ai cittadini!”

I Giovani Democratici di Vitulazio al Sindaco: “è andato in ferie e non ce ne siamo resi conto? Dia risposte chiare ai cittadini!”

VITULAZIO – Eccovi di seguito la nota dei Giovani Democratici di Vitulazio, che incalzano il Sindaco sul suo silenzio in merito al Consigliere Comunale condannato in primo grado, sul suo silenzio in merito alla condanna di Antonio Scialdone e sui tentennamenti continui per ogni seria decisione da prendere ed in particolare sulla questione gassificatore.

 

“A quanto pare al Comune di Vitulazio si respira aria da ultima spiaggia. C’è motivo di credere che il Sindaco, e forse non solo lui, pensi che alcune questioni debbano andare in ferie. Magari spera che i cittadini di Vitulazio abbiano memoria a scadenza breve, oppure confida nel potere rintronante del sole cocente, o peggio, pensa che i pensieri e le notizie si limitino semplicemente a restarci impigliati tra i capelli.
Abbiamo un Consigliere Comunale condannato in primo grado (in più un noto e fedelissimo elettore e alleato del Sindaco, Antonio Scialdone, anche lui condannato e pluriindagato) e sarebbe interessante vedere il primo cittadino impegnato a ricercare una risposta quantomeno soddisfacente alla questione.
Il Comune, per definizione l’Istituzione più vicina ai cittadini, dovrebbe avere l’alto compito di contrastare ogni illegalità con la quotidiana cura del territorio, nel rispetto dei principi costituzionali, dei cittadini, rispondendo alle domande e alle esigenze della collettività, mostrando (magari anche fingendo) una gerarchia di priorità su cui investire progressivamente tempo, energie e passione intellettuale. È chiaro però che la temperatura elevata impedisca agli smaniosi ”vacanzieri” di affrontare la questione subito! Se poi aggiungiamo il fatto che nel nostro paese il dibattito politico-sociale si inserisce in uno sconfortante quadro di desolazione riducendosi al mero scontro tra cuccariani e romaniani (un tempo insieme nella buona e nella mala sorte, poi separatisi non consensualmente per presunte e ancora non pervenute velleità da leader di Cuccari) a quel punto diventa superfluo persino sperare in una mossa giusta!

Evidentemente il nostro sindaco è cresciuto a pane e ”Carosello”, identificandosi ne ”il frate Cimabue, che se fa una cosa ne sbaglia due”. Però a differenza di quest’ultimo che rispondeva che ”sbagliando s’impara”, la risposta per noi è stato l’assoluto disinteresse e il totale silenzio su tutte le questioni importanti che ci riguardano.
D’altronde ci ha abituati alla sua tendenza al silenzio, all’incertezza, alla rovinosa ambiguità delle sue posizioni, come succedeva quando nell’arco di un secondo mutava la propria voce sicura ma per nulla convincente per proporci la ridicola e falsa storia delle mucche di Granarolo, quando alla domanda chiara e semplice ”Gassificatore: si o no?” rispondeva timidamente ”NI..”, un imbarazzante NI.

Persone così non dovrebbero neppure sfiorare la politica, almeno fino a quando non saremo tutti desensibilizzati a qualsiasi crimine o reato.
Persone così dovrebbero capire che di hobby per passare le giornate è pieno il mondo e ognuno li cerca, li trova, li gestisce come meglio crede.
Persone così dovrebbero accettare il fatto che la politica non è un diversivo a tempo perso.
Noi vogliamo un sindaco che ci indichi la strada del cambiamento con pervicacia e passione nella dimensione della legalità! Vogliamo un sindaco che unisca e non uno che divida! Vogliamo un sindaco che parli di lavoro, di cultura, di senso dell’insieme! Vogliamo un sindaco che rilanci costruttivamente il territorio, e non uno che sgattaiola miseramente di fronte a questioni ambientali importanti di cui tanti cittadini e associazioni stanno discutendo nella rumorosa e demoralizzante assenza della nostra amministrazione! Vogliamo fuori dal Consiglio Comunale un condannato in primo grado. Noi vogliamo le dimissioni di questa Amministrazione!”.

Giovani Democratici, “Miriam Makeba”

 

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