Elezioni comunali: astensionismo e delusioni. In mille hanno preferito non partecipare al cambiamento

Elezioni comunali: astensionismo e delusioni. In mille hanno preferito non partecipare al cambiamento

BELLONA – Dai dati del Viminale (Elettori 5.013, Votanti 4.053, Affluenza 79,42%) a Bellona circa mille persone non si sono recate alle urne. Uno, tra i tanti motivi, potrebbe essere quello della disaffezione e del sogno (utopico!) di una politica chiara, trasparente, senza ricambi generazionali, senza pluricandidati: una politica sana e di sviluppo quindi.

Mille persone hanno preferito non partecipare al cambiamento. Mille di loro non hanno scelto dal menù elettorale proposto. Cerchiamo di analizzarne i motivi, collegandoli alle coalizioni in gioco. Ovviamente, per ‘i mille’ non intendo solo un dato numerico, ma un sentimento. I cittadini bellonesi si sentono traditi da una decennale politica fatta male, ‘i mille’ rappresentano una fetta di persone che nonostante siano stati mal amministrati per tanti anni hanno deciso di non proferir parola. Di seguito, simpaticamente, un ipotetico ragionamento interiore di ognuno di loro nei confronti delle coalizioni in gioco dopo aver sentiti i comizi, letti i programmi e fatte le proprie valutazioni.

“La carica dei mille” vs “Bellona Viva”. Ipotetico ragionamento: “L’avvocato Romano si propone come nuovo, nella sua coalizione ci sono giovani professionisti, ma anche ragazzi che in famiglia hanno avuto un passato amministrativo. All’ avvocato va dato il merito di essere stato l’unico, in questi anni a fare opposizione; ma questa simbiosi con Della Cioppa non ci piace. C’è puzza di vecchio..meglio non andare a votare”. Può starci, astensionismo giustificato. **

 “La carica dei mille” vs “Bellona futuro e sviluppo”. Ragionamento: “Filippo Abbate, ottimo giovane, professionista ben visto, persona disponibile con tutti. Nulla da dire, ma…non era nell’amministrazione negli ultimi dieci anni? Gran parte della sua coalizione sono gli stessi che stavano li sul Municipio con l’Amministrazione Della Cioppa? SI. Vabbè, c’è puzza di vecchio..meglio non andare a votare”. Può starci, astensionismo giustificato.

“La carica dei mille” vs “Ricostruiamo Bellona”. Ragionamento: “Lanziello Salvatore? Beh, intraprendente. Ma è una politica troppo  “urlata”, è questo quello che serve a Bellona?. No, non ci convince”. Può starci, astensionismo giustificato.

“La carica dei mille” vs “Speranza per Bellona”. Ipotetico ragionamento: “Altieri propone un modello di politica sano, senza coinvolgimenti, senza gerarchie e senza prostituzione politica. Un modello amministrativo trasparente, una gestione della ‘cosa pubblica’ seguendo la scia di comuni virtuosi già collaudati. Votarlo o non votarlo…uhmmm? Beh no, ci astieniamo, non ci convince”. Ragionamento poco logico: ASTENSIONISMO INGIUSTIFICATO.

Ecco a noi. E’ proprio questo il senso della delusione di ‘Speranza per Bellona”, di cui abbiamo già parlato: non essere riusciti a convincere nemmeno quelli i cui motivi dell’astensionismo si rispecchiavano nell’assenza di un modello politico proposto da loro leader Michele Altieri. Chiarissime le sue uscite pubbliche, dove la parola d’ordine è stata la voglia di distacco dal vecchio e radicato modo di fare politica. Ma nonostante questa logica affinità tra il programma politico di ‘Speranza” e il sentimento dei ‘mille’, Altieri, per una manciata di voti, non è riuscito ad ottenere il seggio in minoranza. Di pacche sulla spalla e di abbracci ne avrà ricevuti cosi tanti che se si potessero trasformare in voti, la metà bastavano per eleggerlo al Parlamento Europeo, ma c’è di certo un rammarico in crescendo. Leggere il dato degli astenuti e confrontarlo con i voti che mancavano al seggio di sicuro è stato un boccone amaro da digerire per gli speranzini.

I termini della delusione (fallimento, se ne parliamo, cinicamente, in termini quantitativi), cosi come intendiamo noi, è proprio questo: ‘Speranza per Bellona non è riuscita a racimolare voti  in quelle persone che si identificavano nel modello di politica che loro stessi hanno sempre desiderato. Va bene la stima, vanno bene le intenzioni, vanno bene le pacche sulla spalla e i tanti complimenti, ma qualcosa in più, si poteva sicuramente fare. Quelle persone che, seguendo un ragionamento logico, più di tutti avrebbero dovuto identificarsi in ‘Speranza’, erano li, non tutti ‘i mille’ certo, ma hanno preferito astenersi. Il fallimento non sta nel loro brillante movimento (lodevole per iniziative e intenzioni), ma nell’incapacità di riuscire a trasformare in preferenza un sentimento presente in gran parte delle persone astenute.

Il totale fallimento è però degli astenuti: avevano li a portata di mano i programmi e le intenzioni politiche che aspettano da tempo, ma ciò nonostante hanno optato per il silenzio. Il dubbio li avrà sopraffatti. Ma se le cose continuassero ad andare come sempre, è loro (..di Speranza), il sacrosanto diritto di chiedergli il conto nel momento delle ‘delusioni’.

 

* Ripeto: “mille” non è un dato numericamente esatto. Molti di loro sono stati di certo impossibilitati di recarsi al voto. “Mille” è un sentimento di disaffezione verso il solito modello politico.

** L’astensionismo non è mai giustificato. Il voto è l’unica possibilità che abbiamo per cambiare le carte in tavola.

 

Antonio Pezzulo

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