“Un’indagine per i Cinque di Monteverde” nel “noir” di François Morlupi

“Un’indagine per i Cinque di Monteverde” nel “noir” di François Morlupi

Il romanzo di François Morlupi, “Come delfini tra pescecani” (Salani Editore, 416 pagine, 16 Euro), racconta – così recita il sottotitolo – “Un’indagine per i Cinque di Monteverde”. La storia si sviluppa in una Roma diversa da quella delle cronache dei giornali: una città più vivida, più oscura e più umana. A giudizio di Piergiorgio Pulixi, “non è semplice trovare in un giallo una miscela perfetta di umorismo, scorrevolezza e tensione narrativa. Morlupi ci è riuscito, regalando ai suoi lettori una galleria di personaggi indimenticabili”. Tra gli addetti ai lavori si dice che “Come delfini tra pescecani” sia il “noir” più atteso dell’anno.
La trama: è un ottimo poliziotto, il commissario Biagio Maria Ansaldi, anche se da tempo immemore soffre di ipocondria e di attacchi d’ansia che rendono complicate anche le attività più semplici, nella vita come nel lavoro. Per fortuna il quartiere al quale è stato assegnato, Monteverde, è un’oasi di pace nel caos della capitale: un posto tranquillo, dove non succede mai niente. Forse è per questo che sotto il suo comando sono stati destinati altri quattro soggetti “particolari”, come ad esempio Eugénie Loy, il suo braccio destro, che soffre di un disturbo antisociale della personalità che la rende apparentemente insensibile, una “portatrice sana di disperazione” come la definiscono i colleghi, che però riconoscono in lei ottime doti investigative. Sono così, i Cinque di Monteverde: uomini e donne alle prese con le loro debolezze, ma capaci, insieme, di trasformarle in forza. Un venerdì pomeriggio, un ultraottantenne vedovo e solitario viene trovato senza vita nel proprio appartamento, con un cappio al collo. Si direbbe un caso facile, il classico suicidio. Ma qualcosa non quadra ad Ansaldi e ai suoi, e quel piccolo dubbio si trasforma, nel volgere di pochi giorni, in un’indagine che turberà non solo la quiete di Monteverde ma anche le stanze della politica.
Demolendo con sarcasmo graffiante lo stereotipo del poliziotto supereroe, François Morlupi ha saputo dare un volto credibile a chi per mestiere affronta il crimine, alternando intuizioni fulminee a epiche figuracce. Una ventata di aria fresca nel panorama del “giallo” italiano. Classe 1983, italo-francese, François Morlupi lavora in ambito informatico in una scuola francese di Roma. Prima di “Come delfini tra pescecani” ha scritto due romanzi, che per mesi sono stati sempre ai primi posti delle classifiche ebook, diventando un caso editoriale. Ecco un assaggio della sua scrittura: “A essere sincero, non rimarrei sorpreso se qualcuno mi facesse notare che negli altri commissariati ci considerano strani, da Guinness dei primati. Come dargli torto? Un po’ matti lo sono sul serio i miei uomini, ciascuno a modo suo. Ma diciamoci la verità, hanno una grande fonte di ispirazione: il sottoscritto, Biagio Maria Ansaldi”.

Red. Cro.

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