Una lezione di politica impartita dalla corte dei conti al sindaco Raimondo Cuccaro – la richiesta di parere sui debiti del carrozzone mangiasoldi “Pignataro Patrimonio srl” fu dichiarata “inammissibile” – (leggi il testo)

Una lezione di politica impartita dalla corte dei conti al sindaco Raimondo Cuccaro – la richiesta di parere sui debiti del carrozzone mangiasoldi “Pignataro Patrimonio srl” fu dichiarata “inammissibile” – (leggi il testo)

PIGNATARO M. – Mentre il carrozzone mangiasoldi “Pignataro Patrimonio srl” continua indisturbato nella sua opera di devastazione dei bilanci delle famiglie pignataresi, spunta un documento della Corte dei Conti che dichiarava la “inammissibilità oggettiva della richiesta di parere” avanzata a suo tempo dal sindaco di Pignataro Maggiore, Raimondo Cuccaro, appena eletto, in data 22 giugno 2011. Pubblichiamo in coda a questo articolo il testo integrale della relativa deliberazione della Corte dei Conti – sezione regionale di controllo per la Campania – depositata in segreteria il 12 luglio 2011.

Con nota protocollo numero 6140/2011 Raimondo Cuccaro aveva chiesto alla Corte dei conti un parere  tra l’altro “in merito alla possibilità di non accollarsi i debiti di una società pubblica s.r.l. interamente finanziata dal Comune socio unico dal momento che lo scrivente, eletto sindaco il 16/05/2011, è venuto a conoscenza che la società ha effettuato il servizio di igiene urbana e la cura del verde pubblico senza la stipula di contratti di servizi che disciplinassero i reciproci diritti ed obblighi”. Si parlava di debiti fuori bilancio per un importo complessivo di 126.552,30 Euro nell’anno2009 inassenza appunto di un contratto di servizio.

La Corte dei Conti rispose sottolineando che “il quesito relativo alla “possibilità di non accollarsi i debiti di una società pubblica interamente finanziata dal Comune socio unico”, in mancanza di ulteriori specificazioni, risulta del tutto indeterminato e assolutamente privo di riferimenti giuscontabilistici da poter utilizzare in sede consultiva, e, pertanto, oggettivamente inammissibile”. Inoltre “occorre considerare che, in forza del principio di presunzione di legittimità degli atti amministrativi la deliberazione consiliare numero 28 dell’8 ottobre 2010 oggetto di quesito e allegata in copia alla richiesta di parere in trattazione, dispiega i suoi effetti nel mondo giuridico fin quando non annullata, revocata o, comunque, superata da altro adeguato atto amministrativo o giudiziario, sicché il mero convincimento di irregolarità o di illegittimità della predetta deliberazione, quale dedotto dal sindaco interpellante, non priva la stessa della sua efficacia, della sua esecutorietà e della sua esecutività”.

Insomma, la Corte dei Conti dava a Raimondo Cuccaro e alla sua Amministrazione una lezione di politica. Per affrontare questioni del genere, occorrono decisioni appunto politiche che siano idonee a superare i guasti precedenti, non serve chiedere burocraticamente e comodamente lumi alla stessa Corte dei Conti. Intanto sono passati  i mesi e gli anni, nel 2016 si tornerà a votare per il rinnovo della carica di sindaco, e nulla è stato fatto dall’Amministrazione Cuccaro – nonostante la parolaia e inconcludente “messa in liquidazione” della municipalizzata per la raccolta dei rifiuti – per smantellare davvero il carrozzone mangiasoldi “Pignataro Patrimonio Srl”. Altro che “parere” della Corte dei Conti: prima o poi, ci sarà la resa dei conti per chi ha permesso che la “Pignataro Patrimonio Srl” si mangiasse tutta la sfortunata Pignataro Maggiore.

Corte-dei-Conti-deliberazione

Rassegna stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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