Tentata estorsione ai danni dei familiari: finisce in carcere Pietro Mercone

Tentata estorsione ai danni dei familiari: finisce in carcere Pietro Mercone




PIGNATARO M. – I carabinieri della stazione di Pignataro Maggiore hanno tratto in arresto Pietro Mercone, accusato di tentata estorsione ai danni dei familiari. L’uomo nel 2009 era finito nell’inchiesta “Caleno”, la stessa che ha disarticolato il clan Lubrano-Ligato e alcuni gruppi orbitanti nella potente e sanguinaria cosca dei “casalesi”. Per questo Mercone è finito tra gli imputati in uno dei tronconi processuali nati da quell’inchiesta e che vede alla sbarra, tra gli altri, anche il boss Raffaele Ligato e i figli Pietro e Antonio.

Mercone, trentacinquenne, residente nel comune di Pignataro Maggiore, nel primo pomeriggio di ieri si era recato a casa della madre per chiedere del denaro al genitore e al fratello. Di fronte al rifiuto dei due, il trentacinquenne è andato su tutte le furie. Ha così prima cominciato a minacciare i familiari e poi li ha aggrediti fisicamente. Alcuni vicini hanno immediatamente chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Sul posto si sono così recati i militari dell’Arma che hanno sorpreso il trentacinquenne ancora intento ad aggredire la madre ed il fratello. L’uomo è stato così bloccato per essere poi tratto in arresto. Le successive indagini hanno permesso ai carabinieri di accertare che quello di ieri non è stato un caso isolato. L’uomo è stato tradotto nel carcere circondariale di Santa Maria Capua Vetere, a disposizione della competente autorità giudiziaria.

Red.cro.

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