Su proposta di De Rosa e Valente, la Giunta delibera l’intitolazione di uno spazio a Mattia Del Vecchio

Su proposta di De Rosa e Valente, la Giunta delibera l’intitolazione di uno spazio a Mattia Del Vecchio

PIGNATARO M. – Di seguito il comunicato stampa del vicesindaco Francesco De Rosa:

Con la delibera n. 46 del 19.07.2013 la Giunta Comunale ha deliberato – su proposta del Vice Sindaco Francesco De Rosa e del Consigliere Comunale Giorgio Valente, grazie al prezioso contributo dell’Avv. Giovanni Morelli – di intitolare lo spazio a verde pubblico attrezzato posto all’altezza della confluenza tra via J. F. Kennedy e via Cavella, al prof. Mattia Del Vecchio, illustre concittadino (1920 – 1986) insegnante di matreie letterarie presso il Liceo Classico Giannone di Caserta, iscritto all’Ordine dei Giornalisti, già Sindaco di Pignataro Maggiore del 1952 al 1956. eletto al Consiglio Provinciale di Caserta dal 1955 al 1965 per due legislature, fondatore del Circolo Culturale “Il Pino”.Si ringrazia l’Avv. Giovanni Morelli per il prezioso contributo
Nato a Pignataro Maggiore da Salvatore e Angelina Di Feola il 21.01.1920, da una famiglia di coltivatori, si laureò, dopo il liceo classico, alla Facoltà di Lettere con il massimo dei voti all’Università degli studi in Napoli nel primo dopoguerra, dopo una breve esperienza di ufficiale nell’Esercito negli anni 1940-43.

Ha insegnato materie letterarie nei licei classici “Giannone” di Caserta e presso la “Nunziatella” di Napoli.

Iscritto all’Ordine dei Giornalisti, ha collaborato con vari quotidiani e riviste come Il Tempo, Il Mattino, Roma, L’Uomo Qualunque, Napoli Città, L’Alfieri Sociale, conoscendo di persona i più grandi nomi del giornalismo italiano ad iniziare da Indro Montanelli con il quale ebbe una vera amicizia supportata anche da scambi epistolari, purtroppo smarriti, Eugenio Scalfari, e Mario tedeschi. Egli in sostanza teorizzava una terza via fra liberalismo e marxismo, anche se vedeva comunque dei punti di contatto, nel mentre criticava il cristianesimo allo stato puro, ritenendolo una utopia alla pari del comunismo, che entrambi perseguivano dei fini nobili, ma preconizzavano un Paradiso o al di là od al di qua della vita terrena, obiettivi di per se irraggiungibili in assoluto.

Ha scritto numerose pubblicazioni e due libri. “Un figlio ad un amadre” e “Aveva ragione il molto reverendo”.

È stato Sindaco di Pignataro Maggiore dal 1952 al 1956 con una lista civica con emblema San Giorgio, periodo contrassegnato da una forte crescita, economica e sociale.

Consigliere Provinciale dal 1955 al 1960 e dal 1960 al 1965 nelle liste del Partito Monarchico.

Consigliere Comunale per altra legislatura nel Partito Liberale Italiano, anche se finiva per concludere la sua esperienza politica nel Partito Socialista Italiano.

Ha fondato nel 1954 il Circolo “Il Pino” di Piazza Umberto I, presiedendolo per diversi anni.

Ha partecipato come membro del CdA all’Istituto delle Pubbliche Relazioni di Milano-IPR, con particolare benemerenza in materia, sia per aver contribuito all’approfondimento della base dottrinaria della nuova disciplina, e sia per l’organizzazione dei servizi relativi ai vari settori dell’attività.

Ha copiuto il primo esperimento in Italia nella soc. “Public Relations” nel campo turistico-Alberghiero diventando consulente nazionale della principale “Società Alberghiera ImmobilRoma”, diventando il precursore negli anni 50 nella provincia di Caserta.

Nel campo politico è stato candidato numerose volte alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica, prima nelle fila del Partito di Unità Monarchico di Achille Lauro ed Alfredo Covelli e poi nel P.L.I. senza essere mai eletto, ma primeggiando in oratoria e cultura classica, alla pari con i migliori e maggiori esponenti politici dell’epoca, come Giacinto Bosco, Angelo Iacazzi, Dante Cappello, Francesco Martusciello, Marcantonio Fusco, Ascanio Falco, Giuseppe Garofalo, Antonio Simoncelli, Francesco Lugnano, Antonio Pompeo Rendina, Conte Liberato Mario, Michele Accinni, Corrado D’Aiello e Corrado Graziadei, tutti questi parlamentari dai quali ha avuto sempre grandi attestazioni di stima, di cui vi è prova certa, anche se suoi avversari politici.

Nella sua vita è stato sempre un uomo sobrio, semplice e generoso, celibe per scelta.

È stato credente ma non voleva intermediazioni del clero, specie quello che si occupava di potere e affari.

È morto nel 1986, come è nato, umile e discreto, e soprattutto povero, circondato solo dall’affetto di pochi amici che non lo hanno mai abbandonato nemmeno nei momenti più difficili di salute e, negli ultimi anni, anche di grande solitudine, e alle sue esequie il “suo popolo” accorse in massa accompagnandolo all’ultima dimora, conscio di aver perso un sicuro riferimento, e della sua vita e delle sue opere, sicuramente, ne serberà sempre vivo un ricordo perenne.

“È necessario trovare un principio educativo superiore – ovvero superiore alla teoria dei diritti e comunque materialistica – e che guidi gli uomini al meglio, che insegni loro la costanza del sacrificio, che li vincoli ai fratelli, senza farli difendere dall’idea di uno solo o dalla forza di tutti. Questo principio è il dovere”.

ANTICIPATAMENTE SI RINGRAZIA

FRANCESCO DE ROSA – VICE SINDACO – PIGNATARO MAGGIORE (CE)

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