Sempre più presidi slow food in Campania, tech e deliziosi

Sempre più presidi slow food in Campania, tech e deliziosi

La sostenibilità e il rispetto dell’ambiente e della comunità sono due pilastri per lo sviluppo dell’industria e dell’economia, anche nella regione Campania. Ogni settore produttivo e ogni eccellenza campana può beneficiare di pratiche green, approfittando dei benefici della trasformazione digitale e dell’automatizzazione.

Lo dimostra uno studio internazionale sulla mozzarella di bufala campana Dop che prova come, per ogni chilogrammo prodotto, vengono sottratti 52 chili di anidride carbonica. L’intero processo della mozzarella di bufala è sostenibile perché rende nulle le emissioni. Addirittura sottrae più gas serra di quanti la filiera ne emette.

È lo stesso Osservatorio regionale a provare come la sostenibilità sia il percorso corretto tanto che oltre il 53% delle aziende del settore ha fatto investimenti green negli ultimi tre anni. Tra gli investimenti effettuati ci sono l’installazione di pannelli fotovoltaici, la costruzione di impianti di biogas e una soluzione di packaging e spedizione sostenibile.

L’attenzione alla sostenibilità ed all’ambiente permea ogni industria. Ad esempio, l’automotive continua ad usare i set di cacciaviti ma include anche le app per i veicoli, sempre più sicuri grazie alla tecnologia. Il settore agricolo continua ad usare trattori ma ora include anche i sensori per la raccolta di dati sulla coltivazione ed il raccolto. Il connubio tra tradizione e tecnologia permette di creare movimenti innovativi come lo slow food, cruciale per la promozione delle eccellenze della Campania.

La recente edizione del libro Osteria d’Italia conferma come la regione sia una delle regine dello slow food e del buon cibo in Italia. Non per nulla la Campania detiene il primato assoluto per le osterie migliori di slow food con ben 39 titoli assegnati in tutta la regione, da Barano d’Ischia fino a Torre Orsaia. Con 1752 osterie analizzate in tutta Italia, la regione del Mezzogiorno si conferma come il presidio dello slow food e della sostenibilità. Anche nel cibo.

La mozzarella di bufala campana Doc non è l’unica eccellenza regionale che arriva sulle tavole di tutto il mondo. Recentemente, il grano marzellina ha ottenuto il riconoscimento di presidio slow food. Coltivato sull’Appennino, tra Avellino e Benevento, questo grano duro si adatta alle altitudini superiori a 500 metri e, di solito, viene seminata tra febbraio e marzo per poi essere raccolta ad agosto.  La marzellina è un grano che non richiede molte cure ed attenzioni, perfetto per le coltivazioni biologiche. Tra i progetti del Presidio ci sono la creazione di prodotti come i biscotti e la promozione della marzellina tra le generazioni più giovani.

Perfetta con una pagnotta di grano marzellina è l’oliva aitana dei Colli Tifatini nel Casertano. Con colori brillanti, questa oliva ha una storia radicata nel territorio, un vero tesoro dorato che sta guadagnando popolarità e passione dopo anni di abbandono, speculazione edilizia e pochi (quasi zero) investimenti. Raccolta tra novembre e gennaio, l’oliva aitana viene ancora trattata in modo tradizionale, semplicemente in una soluzione di acqua, aceto rosso e sale.

Il settore dello slow food è fondamentale per la Campania. Lo sanno bene le classi che hanno partecipato all’iniziativa Orti Slow Food fatto con semi e terra. Con una particolare attenzione al tempo dello spreco alimentare, l’edizione del 2023 ha coinvolto anche 2000 studenti della Campania. I 1200 kit didattici distribuiti in regione contengono schede didattiche sugli alimenti, giochi di memory e esempi di conserve slow food.

Comunicato Stampa

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