Beni confiscati alla camorra: la cronaca, gli interventi e gli scontri nella seduta del Consiglio comunale “aperto”

Beni confiscati alla camorra: la cronaca, gli interventi e gli scontri nella seduta del Consiglio comunale “aperto”




PIGNATARO M. – Quello di ieri (4 luglio) è stata una seduta del Consiglio comunale “fiume”: quattro ore di dibattito, interventi, proposte e polemiche. Nell’aula consiliare del polo civico “F. Imposimato”, tra il pubblico, composto da giornalisti, politici, esperti di riconversione dei beni confiscati e semplici cittadini (tra il pubblico vi erano anche gli ex sindaci Giorgio Magliocca e Giovan Giuseppe Palumbo), l’attesa e la curiosità era tanta. I lavori sono stati aperti dal sindaco Raimondo Cuccaro che ha fatto il punto sull’utilizzo dei beni confiscati e tra le proposte ha fatto intravedere la possibilità di costituire una cooperativa agricola per la gestione degli stessi. Le parole del primo cittadino sono state supportate dai due capigruppo di maggioranza, Pier Nicola Palumbo e Giorgio Valente. Il primo ha rivendicato la bontà della gestione dell’Amministrazione Cuccaro, facendo riferimento soprattutto alla nascita del polo civico “Franco Imposimato”, sede oggi del comando dei vigili urbani e dell’Aula consiliare. Il capofila dei “coerenti”, invece, ha difeso la proposta di costituire una cooperativa, portando in quella sede gli esempi concreti di quanto avviene in Sicilia, in Puglia e in Calabria.

La proposta del primo cittadino ha trovato lo scetticismo del Consigliere comunale Gaetano Fucile, il quale ha sottolineato l’opportunità di affidare i beni a mani esperte. Diversamente si rischierebbe – sempre secondo l’ex vicesindaco – di peggiorare la situazione dei beni. Sempre dall’opposizione è arrivata un’apertura da parte di un altro ex vicesindaco: il Consigliere Piergiorgio Mazzuoccolo. Quest’ultimo ha ipotizzato l’utilizzo delle strutture confiscate al fine di creare un mercato ortofrutticolo gestito dal Comune e messo a disposizione dei produttori. L’ipotesi, seppur interessante, non è stata presa in considerazione a causa dell’eccessivo impiego di risorse che richiederebbe da parte di Palazzo Scorpio. Il collega di minoranza Gerardo Del Vecchio, invece, ha ammesso di aver già contattato qualche cooperativa competente che ne potrebbe gestire una parte.

La spinta propulsiva di idee, come spesso accade a Pignataro, è arrivata dai giornalisti. Palmesano, con un documento allegato anche alla delibera consiliare, ha chiesto: di costituire una cooperativa composta soprattutto di lavoratori pignataresi e promossa dal Comune; di trasferire gli uffici del Giudice di Pace a Torre dell’Ortello; di valorizzare da un punto di vista pubblicitario il riutilizzo del polo civico “Imposimato”; e di non utilizzare i beni per progetti pericolosi per l’ambiente e per la salute pubblica. Non è stato da meno il collega Salvatore Minieri, il quale ha proposto la costituzione di un osservatorio permanente sulla legalità e l’intitolazione della piazza davanti agli Uffici del Giudice di Pace di Pignataro a Peppino Impastato. Più coinciso lo scrittore Sergio Nazzaro, invece, che ha invitato tutti a fare passi avanti nel senso della innovazione, introducendo nuove idee per valorizzare i beni confiscati. Tra le idee messe sul tavolo dagli operatori dell’informazione, è arrivata anche quella di Pietro Ricciardi, il quale ha chiesto di spostare la caserma dei carabinieri nell’ex villa Abbate, recentemente acquisita al patrimonio dell’ente di via Municipio. Come spiegato dal primo cittadino, la proposta non sarebbe immediatamente percorribile, perché l’immobile dovrebbe essere ceduto al Ministero dell’Interno.

Sia Palmesano che Minieri, nel corso dei loro interventi, hanno anche sottolineato il clima di intimidazione che regna in paese, soprattutto grazie alle “quinte colonne” della camorra. Il primo ha rivelato: “ […] degli uffici del Comune sono fortemente condizionati dalla camorra, tanto è vero che spariscono perfino documenti importanti sugli affari dei clan”. Il secondo, invece, ha fatto notare un’altra grave anomalia: chi parla di camorra e delle sue leve “politiche” locali viene bersagliato da denunce anonime. “Quando qualcuno comincia a interessarsi dei beni dei clan o cerca di proporre iniziative interessanti per la crescita del paese, diventa vittima del fuoco incrociato di chi cura gli interessi della camorra e attacca attraverso esposti anonimi”.

La proposta di costituire una cooperativa è stata perorata anche dallo “storico” sindacalista della Cgil, Giorgio Borrelli, dalla dottoressa Palladino, esperta nel settore che lavora nell’area dell’aversano, e da Roberto Fiorillo, responsabile di “Le Terre di don Peppe Diana” – Libera Terra, il quale ha relazionato anche sullo stato attuale dei beni che gestisce. Inoltre, ha espresso la sua disponibilità a supportare la nascita della cooperativa. Il dibattito ha vissuto momenti di forte polemica quando ha preso la parola Ricciardi. Il responsabile dell’associazione Cdp ha fortemente polemizzato con la fascia tricolore, per la gestione dei beni in questi primi due anni di Amministrazione Cuccaro (a tal fine ha distribuito tra i presenti anche delle foto che a suo dire suffragano le critiche). La seduta si è conclusa con la votazione della delibera di indirizzo, nella quale è stata inserita come unica proposta quella del giornalista Palmesano: la costituzione di una cooperativa, supportata istituzionalmente e composta da pignataresi.

Red.pol.

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