“Scheletri” e gioventù della periferia romana nel romanzo grafico di Zerocalcare

“Scheletri” e gioventù della periferia romana nel romanzo grafico di Zerocalcare

La sfida quotidiana con le proprie inadeguatezze, la vita di un giovane ai primi giorni di una università che proprio non vuole frequentare, il confronto tra due modi diversi di vivere la periferia romana di Rebibbia, sfondo delle storie del fumettista. “Scheletri” (BAO Publishing, 288 pagine, 21 Euro) è l’ultimo lavoro di Zerocalcare, popolarissimo grazie anche alle sue apparizione televisive, con pubblicazioni all’estero come nel caso di “Kobane Calling”. La trama: Calcare, così come lo chiamano i suoi amici, è un diciottenne appena iscritto all’università, cosa normale se non fosse per il fatto che ogni mattina anziché frequentare le lezioni passa il tempo a viaggiare senza meta nella metropolitana della Capitale. E’ lì che conosce Arloc, un sedicenne che marina sistematicamente la scuola per dedicarsi al writing. L’incontro tra i due è alla base della storia, ambientata nel 2002, a metà tra finzione e realtà; rappresenta di due modi di vivere la periferia: da una parte Calcare, punk straight edge e dall’altra Arloc, ragazzo di strada, dedito oltre che al writing all’illegalità, con conoscenze poco affidabili nell’universo della malavita ed un carattere a dir poco turbolento. Man mano che la loro amicizia si fa più profonda, le ombre nella vita e nella psiche di Arloc si fondono con le tenebre del mondo dello spaccio di droga della periferia romana. Un romanzo grafico che Zerocalcaredefinisce “più efferato del solito” a cavallo tra realtà e invenzione, tra oggi e vent’anni fa, tra la paura del futuro e quella del presente.
“Scheletri” è nel classico stile di Zerocalcare, soliti sono i personaggi che fanno parte della storia, i suoi amici di sempre ben conosciuti agli affezionati lettori del fumettista. Una narrazione che scava nel profondo strappando non pochi sorrisi ma che a tratti spiazza per la crudezza con la quale sbatte in faccia la realtà; una tavola prima puoi trovarti in una lettura spensierata trasportato dalla comicità dell’autore, una tavola dopo hai l’esigenza di fermarti e pensare a ciò che ha voluto dirci: “Scheletri” tocca nel profondo accendendo i riflettori sulla violenza della periferia e su una quotidianità che a volte può essere spietata. Facendo i conti con i suoi scheletri, l’autore fa in modo che chi ha tra le mani il suo ultimo lavoro faccia i conti con i propri.

Red. Cro.

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