Sabato 7 marzo: Francesca Marini e Massimo Masiello in “Verso il mito…Edith Piaf”, al Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere

Sabato 7 marzo: Francesca Marini e Massimo Masiello in “Verso il mito…Edith Piaf”, al Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere

SANTA MARIA CV – Sabato 7, ore 21.00, e domenica 8 marzo 2020, ore 18.30 al Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere (Info 0823799612), Teatro Totò srl presenta Verso il mito…Edith Piaf di Gianmarco Cesario e Antonio Mocciola, con Francesca Marini, Massimo Masiello

scene Tonino Di Ronza, musiche Lino Cannavacciuolo

costumi Maria Pennacchio, consulenza Musicale Roberto Criscuolo

aiuto Regia Maria Autiero, foto Salvatore Liguori

contributi video Alessio De Francesco

adattamento e regia Gaetano Liguori

Sabato 7 marzo, alle ore 18.30, Francesca Marini e Massimo Masiello saranno ospiti al Salone degli Specchi del Teatro Garibaldi per un incontro con il pubblico, condotto da Mimmo Cice.

Parlare di Edith Piaf, senza entrare nell’iperrealismo, col rischio della narrazione didascalica che occhieggi alla fiction (già abbondantemente utilizzata sia in cinema che in teatro), a questo punta lo spettacolo dove la donna Edith si confronta con il suo mito, l’immortalità della sua figura e della sua arte con la fine della sua vita umana.

Le canzoni, gli uomini, e gli episodi della sua vita si susseguono sulla scena con leggerezza e surrealismo: in un solo uomo lei rivede tutti quelli che l’hanno incontrata, aiutata, sfruttata, amata, odiata, George Moustaki, Yves Montand, Charles Aznavour, Gilbert Becaup, Leo Ferré, Eddie Constantine e Theo Sarapo.

Tutti, in qualche modo, uguali, tranne lui, Marcel Cardan, l’unico a non aver sfruttato il suo nome per diventare famoso, lui che veniva da un mondo diverso, quello dello sport, e che era già famosissimo, ma che un tragico destino le tolse, e dal quale non si sarebbe mai separata, fino ed oltre la morte.

Il testo, pensato e scritto per due interpreti di grande spessore, quali Francesca Marini e Massimo Masiello, rispettivamente nei ruoli della Piaf e di tutti gli uomini (o uno solo?) che con lei hanno cantato e vissuto, che grazie a lei hanno avuto la possibilità di provare cosa significhi attraversare l’amore, l’arte, la gioia e il dolore.

Marini e Masiello danno vita ai personaggi della grande e non sempre felice cantante, mito francese di un teatro internazionale, e di un suo confidente ed amico, Azrael, angelo della morte che ritrova con lei, negli ultimi momenti di vita, protagonisti e canzoni che hanno segnato un’epoca non dimenticata, quella della “grande Edith Piaf”.

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