QR code: da quando esiste e com’è nato

QR code: da quando esiste e com’è nato

La digitalizzazione è ormai applicata a ogni processo lavorativo nonché agli ambiti accademici, ma nella vita di tutti i giorni e per chiunque la tecnologia è abbondantemente presente e incisiva. Ci sono tantissimi software e sistemi gestionali automatizzati, e persino dei componenti della robotica disponibili sul mercato, che si rendono perfettamente utili alle attività commerciali per semplificare le mansioni svolte regolarmente. Tra le invenzioni più adoperate e gradite c’è il QR code, il quale è accessibile a tutti per l’intuitività con cui si può utilizzare.

Rispetto al passato ovviamente l’utilizzo del QR code è notevolmente aumentato e il fatto che alcuni provider di servizi digitali legati a questo settore, ad esempio LabelJoy, abbiano iniziato a dare l’opportunità di utilizzare un barcode printer online ha dato una spinta ulteriore a questa tendenza la cui crescita è piuttosto evidente. I suoi vantaggi sono evidenti, e in qualsiasi settore lavorativo viene utilizzato, per motivazioni differenti, è la sua praticità a renderlo così importante. In pochi però si concentrano sulla sua storia, e per saperne di più: ecco da quando esiste e com’è nato il QR code.

 

L’invenzione del QR code

Nonostante si pensi comunemente al QR code come un’invenzione concretizzatasi negli ultimi anni, in realtà la creazione risale al 1999, anno in cui il suo brevetto fu depositato in Giappone. Quando si parla di codice a barre si fa riferimento a quella specie di puzzle digitale composto da quadratini bianchi alternati ad altri neri, e una volta scannerizzato tramite un apposito dispositivo (anche uno smartphone) viene decodificato e si accede alle informazioni contenute o alle quali rimanda il QR code in questione. Dunque, si tratta di una soluzione in grado di superare alcuni limiti tecnici, ma non tutti sanno che la sua progettazione in quanto QR Code System è stata sviluppata nel lontano 1994 da due ingegneri della Denso Wave, azienda giapponese.

Originariamente i codici a barre erano stati pensati allo scopo di catalogare le merci, soprattutto nel campo manifatturiero, ma presentando un utilizzo intuitivo e pratico si sono poi espansi anche per altri servizi e processi produttivi, in diversi ambiti lavorativi e non solo. La diffusione è stata piuttosto lenta poiché negli anni della sua progettazione e successiva brevettazione, il QR code non poteva essere decodificato facilmente come oggi, periodo storico nel quale la tecnologia è all’ordine del giorno.

 

Come opera la proprietà intellettuale per il QR code

Tuttavia, siccome l’utilizzo del QR code è diffuso in tutto il mondo, la proprietà intellettuale in tal caso opera diversamente rispetto ad altre invenzioni passate e presenti. Infatti, la Denso Wave non è l’unica ad aver depositato il brevetto in Giappone, ma anche in America e in Europa ciò è avvenuto, così da tutelare questo progetto sul mercato internazionale. Dunque, chiunque può far uso dei codici a barre in maniera gratuita, l’importante è che vengano rispettati gli standard per le attività giapponesi: JIS o ISO.

In tal modo non sarà necessario pagare una licenza, qualunque sia la finalità ultima, se commerciale o privata. Ma per ottenere comunque una tutela maggiore, la Denso Wave ha registrato direttamente il termine QR code come un marchio per il Giappone e per altri paesi. Ciò comporta una segnalazione nel momento in cui si utilizza QR code all’interno di qualunque pubblicazione o sito: tramite una nota, verrà pubblicamente riconosciuto lo status di marchio registrato, così da evidenziare chi ne detiene realmente i diritti. Va anche segnalato che, nel momento in cui si genera un codice a barre non c’è bisogno di riportare la medesima nota, la quale dovrà riferirsi esclusivamente al termine e non al pattern in sé.

Comunicato Stampa

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