Prysmian annuncia 40 milioni di euro di investimenti ad Arco Felice e Pikkala, ma si prepara a licenziare 51 lavoratori nello stabilimento di Pignataro Maggiore

Prysmian annuncia 40 milioni di euro di investimenti ad Arco Felice e Pikkala, ma si prepara a licenziare 51 lavoratori nello stabilimento di Pignataro Maggiore

PIGNATARO M. – Giusto per dare l’ennesima conferma che la stragrande maggioranza delle multinazionali, quando chiudono i battenti dalle nostre parti, non lo fanno perché in crisi ma per delocalizzare altrove la produzione e aumentare i ricavi, in queste ore si è diffusa una notizia che, se l’opinione pubblica non conoscesse le logiche perverse di un capitalismo dal volto “criminale” e inumano, definirebbe quanto meno paradossale. La Prysmian group, per la quale poche settimane fa è stata diffusa la notizia del prossimo licenziamento (a conclusione del contratto di solidarietà) di 48 addetti alla produzione e di 3 impiegati, in queste ore ha annunciato nuovi investimenti per oltre 40 milioni di euro. Si tratta di un errore? Perché licenziare cinquanta persone e nello stesso tempo investire denaro altrove? Non c’è alcun errore. La multinazionale ha intenzione di puntare su altri tipi di prodotti, anche a costo di mandare a casa gli operai nello stabilimento di Pignataro Maggiore.

I nuovi investimenti sono finalizzati a rafforzare le capacità produttive negli impianti di Pikkala in Finlandia e di Arco Felice  in provincia di Napoli. Nel 2012 il Gruppo, infatti, ha già effettuato un primo investimento di altri 40 milioni di euro in Finlandia per l’avvio dell’impianto di produzione di cavi sottomarini. Altri 50 milioni sono stati investiti ad Arco Felice nel periodo 2012/2014 per l’ampliamento della capacità produttiva per i cavi impregnati in miscela (carta e Ppl). Insomma, i lavoratori della zona Asi dell’Agro caleno dovrebbero essere sacrificati in nome del potenziamento (già in atto) di altri impianti.

Il Gruppo Prysmian è un’azienda globale con una presenza in 50 Paesi, 91 stabilimenti, 17 centri di ricerca e sviluppo e circa 19.000 dipendenti. E’ impegnata nel settore dei cavi e dei sistemi ad alta tecnologia per l’energia e le telecomunicazioni, con ricavi pari a circa 7 miliardi di euro nel solo anno 2013. La sua componente italiana possiede stabilimenti a Merlino (Lodi), Giovinazzo (Bari), Pignataro Maggiore, Livorno, Ascoli Piceno, Origgio (Varese) e Quattordio (Alessandria). Nonostante questa capacità produttiva che la colloca ai vertici del mercato in questo settore, sembra non voler mantenere gli attuali livelli occupazionali nello stabilimento sulla strada statale Appia.

Red.

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