Ombre sui concorsi alla “patrimonio”: da intercettazioni emerge la volontà di assumere un condannato

Ombre sui concorsi alla “patrimonio”: da intercettazioni emerge la volontà di assumere un condannato

PIGNATARO M. – Gli ex consiglieri d’amministrazione della municipalizzata per la raccolta dei rifiuti “Pignataro patrimonio srl”, Pietro Ricciardi e Mario Di Cosmo, volevano far assumere un condannato; forse, pensavano addirittura di fargli vincere un concorso, trattandosi di assunzione a seguito di selezione pubblica. Non sappiamo, naturalmente, se poi il proposito sia stato messo effettivamente in atto, o se il tutto si sia limitato “solamente” ad una chiacchierata telefonica, per quanto imbarazzante e indizio di un generalizzato malcostume politico. Sono cose che potrebbe accertare la magistratura, qualora ritenesse di dover aprire un’inchiesta sui concorsi del carrozzone clientelare “Pignataro patrimonio srl” all’epoca in cui l’Amministrazione comunale era guidata dall’allora sindaco Giorgio Magliocca.

Per quanto riguarda noi giornalisti, diamo ai nostri (pochi) lettori le notizie di cui siamo in possesso. Il 14 aprile 2010, a partire dalle ore 9,40, si svolge una conversazione telefonica di 4 minuti e 29 secondi (pagata con i soldi dei cittadini pignataresi) tra i due consiglieri d’amministrazione della “Pignataro patrimonio srl” allora in carica, Pietro Ricciardi e Mario Di Cosmo. A chiamare è Mario Di Cosmo, ad ascoltare non c’è solo Pietro Ricciardi ma anche gli investigatori della Guardia di Finanza di Caserta, impegnati nell’inchiesta (denominata “Biopower 2”) del valoroso pubblico ministero della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dott. Maurizio Giordano; procedimento penale nell’ambito del quale Mario Di Cosmo è stato rinviato a giudizio con la grave imputazione di turbativa d’asta.

Ecco – citiamo dal brogliaccio delle intercettazioni della Guardia di Finanza – il passo che qui interessa: “L’argomento si sposterebbe sulle prossime assunzioni da farsi (si parla di ‘domande per concorso’). Uno delle persone da assumere avrebbe una condanna con pena sospesa ma di questo bisognerà parlarne da vicino, anche in relazione ai requisiti presentati (la dichiarazione di non aver ricevuto condanne)”. Va precisato che nei due concorsi della “Pignataro patrimonio srl” (uno per un impiegato di 5° livello e un altro per operatori ecologici di 2° livello) era previsto, all’articolo 5 del “Regolamento per la disciplina dei criteri e delle modalità di reclutamento e di gestione del personale di Pignataro patrimonio srl”, che i partecipanti alle selezioni non avessero riportato condanne penali. “Inesistenza di condanne penali” da dichiarare, sotto la propria responsabilità, nella domanda di partecipazione al concorso.

Ora a nessuno sfugge che se qualcuno ha presentato domanda per i concorsi della “Pignataro patrimonio srl” tacendo di aver riportato condanne penali, ha commesso un ulteriore reato e si avvia ad incassare un’altra condanna. Faccenda ancora più grave se ha poi davvero vinto il concorso e se si tratta di qualcuno che – come detto nella intercettazione telefonica su riportata – aveva incamerato una “condanna con pena sospesa”, a dimostrazione del fatto che l’interessato era proprio il soggetto che tanto stava a cuore a Pietro Ricciardi e Mario Di Cosmo. Nell’intercettazione, inoltre, si faceva riferimento non ad una persona che semplicemente parteciperebbe al concorso, ma – senza troppe prudenze, imperiosamente – “da assumere”. E come potevano Pietro Ricciardi e Mario Di Cosmo (e con loro l’allora presidente della “Pignataro patrimonio srl” ing. Giuseppe Vitiello) “assumerlo”, se prima il soggetto in questione non vinceva il concorso (per tacere della vicenda della condanna)? Come potevano essere sicuri dell’assunzione (“da assumere”, appunto)?

Non resta che qualcuno, semmai il socio unico della “Pignataro patrimonio srl”, cioè il Comune di Pignataro Maggiore nella persona dell’attuale sindaco Raimondo Cuccaro, mandi tutte le carte alla magistratura affinché faccia piena chiarezza sul carrozzone clientelare, sugli sperperi e, soprattutto, sui concorsi. In segno di rispetto per i cittadini pignataresi, a cominciare da quelli che non hanno amici nel palazzo del potere e che quando presentano domanda per un concorso non fanno dichiarazioni mendaci (il che, oltre che scorretto, è pure reato).

Ripetiamo: non sappiamo se Pietro Ricciardi e Mario Di Cosmo si siano “limitati” ad una chiacchierata o se poi abbiano anche messo in atto comportamenti ancora più gravi – unitamente alle commissioni di concorso – per assumere il soggetto condannato con pena sospesa. Spiegheranno le loro ragioni al magistrato competente. Ma se anche si fossero fermati alla “chiacchierata”, Pietro Ricciardi e Mario Di Cosmo avrebbero dimostrato comunque una certa ambiguità per quanto riguarda la loro concezione delle regole per i concorsi. Del resto, è già emersa una pesante anomalia, come da noi denunciato su “Pignataro Maggiore News” in un articolo pubblicato in data 12 settembre 2012. Scrivevamo nel precedente articolo: “Da una analisi degli atti emerge, tra l’altro, che la nomina dei segretari delle due Commissioni (quella per un impiegato 5° livello e di operatori ecologici 2° livello) fu effettuata in violazione dell’articolo 7 del Regolamento per la disciplina dei criteri e delle modalità di reclutamento e di gestione del personale di Pignataro patrimonio srl’, secondo il quale il segretario deve essere ‘dipendente della società o del Comune di Pignataro Maggiore’. Furono nominati, invece, segretari di ciascuna delle due commissioni di concorso rispettivamente Mario Di Cosmo e Pietro Ricciardi che erano membri del consiglio d’amministrazione della ‘Pignataro patrimonio srl’, non dipendenti della municipalizzata o del Comune di Pignataro Maggiore”. E aggiungevamo: “Mario Di Cosmo e Pietro Ricciardi non solo non potevano far parte delle commissioni di concorso quali segretari, ma per il ruolo svolto abusivamente e in violazione del regolamento furono anche pagati (altri soldi, in aggiunta alla succosa indennità già percepita): 500 Euro a testa. Un plateale abuso con conseguente vantaggio patrimoniale. Quindi si allungano ombre sulla regolarità dei concorsi e si intravedono gravi responsabilità per i membri del consiglio d’amministrazione della ‘Pignataro patrimonio srl’ e delle commissioni di concorso e per la Giunta comunale allora in carica”. Quindi, una nuova bufera giudiziaria potrebbe presto scatenarsi per le vicende relative alla “Pignataro patrimonio srl”.

Rassegna stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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