Per la rubrica “La ricreazione è finita”, il dirigente scolastico Giacomo Coco affronta il tema del bullismo

Per la rubrica “La ricreazione è finita”, il dirigente scolastico Giacomo Coco affronta il tema del bullismo

AGRO CALENO – Conosco dei docenti che, nella loro classe, hanno montato uno specchietto retrovisore sopra la lavagna. Qualcuno penserà che è un’idea strana o addirittura incomprensibile. Confesso di essere rimasto anch’io perplesso per qualche secondo,quando l’ho visto,poi ho pensato a quanti incidenti e/o atti di aggressione si verificano nel momento in cui il docente volge le spalle alla classe per scrivere alla lavagna e mi sono reso conto della validità della strategia attuata:”provare”a controllare i ragazzi quando loro pensano di non essere osservati. Questi momenti sono solo alcuni di quelli in cui si sviluppano quelle azioni pericolose,mirate da parte dei singoli o di gruppi nei confronti dei coetanei per colpire e intimidire. In Italia nell’ultimo decennio il fenomeno del bullismo è sempre piu’ diffuso ed allarmante. Esso crea un impatto talvolta devastante su chi subisce vessazioni,tale da compromettere in modo rilevante l’integrazione sociale del soggetto interessato e l’efficacia educativa della scuola.Per provare ad affrontare tale fenomeno è opportuno tratteggiare brevemente gli atteggiamenti e i disturbi aggressivi. Storicamente i disturbi aggressivi sono riconducibili a vari fattori:

-medici, quando sussistono all’origine della condotta disturbata cause eziopatogenetiche;

-sociali, laddove l’aggressività scaturisce dalle condizioni di vita inadeguate e dalla difficoltà di adattamento del soggetto al gruppo di appartenenza;

-religiosi, quando l’aggressività nasce dalla colpevolizzazione del soggetto rispetto alla violazione di regole,dalla eccessiva interiorizzazione del peccato o quando un credo religioso si contrappone ad un altro in modo integralista.

Altro importante fattore da considerare è quello educativo dove l’aggressività scaturisce dalla carenza di abilità sociali e comunicative. Quindi l’aggressività è un comportamento intenzionale diretto ad arrecare danni a persone,animali o cose. Il bullismo si puo’ considerare una semplice variante dell’aggressività? Oppure si differenzia per altre caratteristiche?Il comportamento aggressivo puo’ essere saltuario,mentre gli atti di bullismo sono caratterizzati dalla sistematicità(ad esempio ogni volta che il docente si gira,l’alunno tira continuamente un oggetto o un calcio ad un compagno);un comportamento ripetitivo e duraturo nel tempo che colpisce la vittima in modo reiterato. Il bullo quasi sempre per evitare il rischio di ritorsioni o di accuse,valuta la forza fisica e/o psicologica della vittima prima di ‘puntarla’ e aggredirla.

La vittima per non apparire debole o per non indispettire i molestatori,non si difende né riferisce ad altri i fatti (genitori o docenti).

Il bullo spesso si avvale dell’appoggio di uno o piu’ complici che lo aiutano nell’azione violenta o ne coprono le responsabilità nei confronti degli altri,mentendo e accusando la vittima.Tra le vittime non ci sono differenze di genere,anche se i bulli,gli aiutanti e i sostenitori sono soprattutto maschi,mentre le ragazze assumono piu’ spesso il ruolo di difensore.

Come dicevo prima ,i bulli hanno elevate probabilità di trasformare le aggressioni in veri e propri atti antisociali e la vittima di entrare in stati depressivi o di incapacità realizzativa personale.

Anche chi guarda compiere atti di bullismo, può maturare la convinzione

che i modelli aggressivi siano vincenti e che sia possibile e utile imitarli.

La famiglia e la scuola devono essere vigili,scambiarsi le informazioni in loro possesso,piu’ che scambiarsi accuse. Spesso nell’infanzia e nell’adolescenza c’è una crudeltà inconsapevole che può causare molta,tanta sofferenza. Essa va capita,domata,interpretata,incanalata verso la giusta direzione attraverso attività scolastiche mirate,modelli educativi e comportamentali adeguati.

Vitulazio,30 marzo 2013.

Giacomo Coco

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