Pastificio Pallante: il parere della Sopraintendenza diventa l’alibi per smarcarsi. Il 7 ottobre il responso della Cds

Pastificio Pallante: il parere della Sopraintendenza diventa l’alibi per smarcarsi. Il 7 ottobre il responso della Cds

PIGNATARO M. – Potrebbe concludersi al quinto round la conferenza dei servizi convocata per valutare il progetto che prevede la costruzione di un pastificio sulla strada statale Casilina – in località San Girolamo. Il Responsabile del procedimento, l’ingegnere Girolamo Parente, ha fissato per lunedì 7 ottobre il quinto e (forse) risolutivo incontro per dirimere la questione e approvare o bocciare la richiesta della società “Pastificio Antonio Pallante srl”, la quale ha acquistato da Mario “Fernando” Turino dei terreni a destinazione agricola che vorrebbe far diventare industriale grazie ad una variante al Piano regolatore generale. L’impressione è che ognuno voglia legittimare il proprio diniego con quello degli altri enti coinvolti, nonostante la questione sia abbastanza chiara.

Nell’incontro dello scorso 23 settembre, ancora una volta, lo scontro tra il Comune, la Provincia e l’Amministratore unico della società (Antonio Pallante), si è concentrato sulla possibilità di considerare il progetto di interesse pubblico e sulle autorizzazioni. In quella sede, infatti, è stata letta la nota numero 9518 del 22 agosto 2013 della Soprintendenza per i beni archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, nella quale si afferma che “le aree interessate dal progetto non sono sottoposte a dichiarazione di interesse archeologico o a prescrizione di tutela indiretta ai sensi della vigente normativa sui beni culturali”. Circostanza che avrebbe fatto pensare a un parere positivo. Nel prosieguo della comunicazione firmata dalla Soprintendente Adele Campanelli, però, si dice che “appare altamente probabile la presenza di evidenze archeologiche che potrebbero essere intercettate nella realizzazione di opere che incidono nel sottosuolo oltre l’attuale livello d’uso del terreno, garantito della sua destinazione agricola (Zona “E”) nel vigente P.R.G. del Comune di Pignataro Maggiore”, chiudendo definitivamente la porta a qualsiasi ipotesi di variante.

Secondo il presidente della conferenza (andata semideserta per l’assenza di 16 enti su 18), Girolamo Parente, il parere negativo della Soprintendenza sarebbe vincolante per l’ottenimento della variante urbanistica. Giudizio avversato dal rappresentante del Settore urbanistico della Provincia di Caserta, Angelomichele Fracassi, secondo il quale tale giudizio non sarebbe vincolante (opinione condivisa da Pallante) e rimanderebbe, in ogni caso, al giudizio finale del Rup (il responsabile unico del procedimento).

Il ping pong sulle competenze e le responsabilità in seno alla Cds è andato avanti anche relativamente alla possibilità di considerare la variante al Prg di “interesse pubblico”. Secondo il sindaco Raimondo Cuccaro, tutte le valutazioni finali spetterebbero al Rup e l’Amministrazione comunale si esprimerà sulla questione soltanto alla fine dell’iter seguito con la conferenza dei servizi, allorché potrebbe portare la questione nella prima seduta disponibile del Consiglio comunale. Per Parente, invece, la modifica non sarebbe stata dichiarata opera pubblica o di interesse pubblico già dalla Regione.

Ogni decisione in merito alle problematiche sollevate nel corso della conferenza, rappresenteranno il terreno di scontro anche per quello che dovrebbe essere l’ultimo atto di una commedia strumentalizzata dentro e fuori le mura di Palazzo Scorpio.

Red. cro.

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