Paradise Papers, nelle carte diffuse da Report e L’Espresso anche i Legionari di Cristo, i responsabili del crack da 28 milioni del Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni

Paradise Papers, nelle carte diffuse da Report e L’Espresso anche i Legionari di Cristo, i responsabili del crack da 28 milioni del Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni




MADDALONI – Dalla mastodontica mole di 13,4 milioni di documenti riservati relativi agli investimenti offshore conosciuti con il nome di Paradise Papers, scoperti dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung e condivisi con l’ICIJ (l’International Consortium of Investigative Journalists, il consorzio internazionale di giornalismo investigativo) è venuto fuori anche il nome dei Legionari di Cristo, la congregazione ritenuta responsabile del crack del Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni.

Il gruppo religioso fondato da Marcial Maciel Degollado – accusato di abusi sessuali e di avere, pur essendo sacerdote, tre figli con due donne diverse – è una delle più ricche congregazioni cattoliche, soprattutto in Paesi come Spagna, Messico e Italia. Secondo il programma di inchiesta giornalistica Report e il settimanale L’Espresso – che fanno parte dell’ICIJ-, il fondatore dei Legionari avrebbe portato- grazie a società come Appleby – centinaia di milioni di dollari nei paradisi fiscali, nascondendo di fatto i ricavi milionari dell’impero educativo creato negli ultimi decenni.

La Legione di Cristo ha guidato per quattordici anni la fondazione “Villaggio dei Ragazzi” di Maddaloni, ente che nel 2014 è stato commissariato dalla Regione Campania, a seguito delle dimissioni del consiglio di amministrazione. Alle telecamere Rai, il Commissario Straordinario Giuseppe Alineri, generale della Guardia di Finanza, ha spiegato che la fondazione, negli anni gestione dei legionari, ha maturato un debito da 28 milioni di euro nei confronti di enti previdenziali e di riscossione delle tasse: Inps, Equitalia e Agenzia delle Entrate. E i finanziamenti pubblici che foraggiavano al 90% la fondazione? Secondo il generale, buona parte delle entrate (che oscillavano tra i 6,5 e i 9 milioni di euro) sarebbero stati in parte utilizzati per regali a congregazioni religiose che avevano sede in Messico o anche a personaggi pubblici di primo piano (politici, giornalisti, ecc.). Ma c’è di più. La fondazione di Caserta possedeva anche immobili a Roma. Uno dei più prestigiosi fu affittato dai Legionari, nel 2010, a una società italiana gestita dall’avvocato Michele Santonastaso: il legale dei boss “casalesi” Iovine e Bidognetti che finì sotto processo (salvo poi essere assolto) con l’accusa di minacce mafiose a Roberto Saviano e Rosaria Capacchione.

Red.

 

 

 

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