Palumbo: Sono 25 anni che questo territorio lotta per affermare il principio della tutela della salute

Palumbo: Sono 25 anni che questo territorio lotta per affermare il principio della tutela della salute
Il capogruppo consiliare di maggioranza Pier Nicola Palumbo

PIGNATARO M. – Vi proponiamo l’intervento nella seduta del Consiglio comunale sulla centrale a biomasse, del capogruppo di maggioranza Pier Nicola Palumbo:
Sono quasi 25 anni ormai che questo territorio, attraverso le sue anime più sensibili ed accorte, lotta con ogni mezzo per affermare il sacrosanto principio secondo cui prima di ogni ragionamento di ordine industriale, economico ed imprenditoriale viene la tutela della salute dei cittadini e la difesa dell’integrità paesaggistico/ambientale dell’Agro Caleno.
Questa porzione di Campania Felix che da anni si trascina morente con addosso e ben visibili tutte le cicatrici delle ferite inferte da decenni di mala politica, o meglio di indecenza politica, fatta in molti casi da amministratori locali e rappresentanti istituzionali ad ogni livello ignoranti, doppiogiochisti, miopi, incapaci e tanto e peggio ancora, come le cronache giudiziarie ogni giorno ci mostrano, di imprenditori tra virgolette sempre pronti a rischiare il denaro altrui e a sfruttare, sottrarre, depauperare, inquinare, per il proprio mero ed esclusivo profitto.
Ero poco più di un ragazzino quando questa comunità, quella di Pignataro Maggiore, compatta come non lo era e forse non lo è più stata, sconfiggeva l’arroganza di chi gli voleva imporre la presenza di un Polo Petrolchimico come quello della Q8 che stava letteralmente avvelenando da anni la popolazione di S. Giovanni a Teduccio e dintorni in un contesto territoriale prossimo all’area portuale di Napoli. Poi nei primi anni dell’emergenza rifiuti sono venute le mega discariche, mascherate o meno, e quindi le Piattaforme per lo stoccaggio di rifiuti tossici e nocivi. Poi il business della produzione di energia elettrica e la lunga e disarticolata serie di interventi normativi in materia che hanno finito, coma al solito succede in Italia, con l’avvantaggiare pochi a scapito di molti creando distorsioni delle politiche di salvaguardia e sviluppo ambientale che non potranno avere per il futuro che effetti nefasti in particolare per territori come il nostro.
E allora in successione e solo per quel che strettamente ci interessa, la mega Centrale a turbogas da 800 Mw di Sparanise, ferita ancora aperta ed unica vera sconfitta del fronte ambientalista dell’Agro Caleno, di cui anche le pietre conoscono oggi la storia degli interessi e delle stesse cointeressenze economiche e politiche che portarono alla sua realizzazione e che ebbe tra i suoi sostenitori, bisogna purtroppo sottolinearlo, la maggioranza consiliare dell’epoca del comune di Sparanise che rimase sorda e indifferente alla pressanti istanze di segno opposto provenienti dalle popolazioni dei comuni dell’Agro Caleno che non erano rimaste indifferenti e inerti di fronte a quell’insediamento che ancora oggi rappresenta per tutti noi un pesante fardello in termini di costante danno ambientale. Poi la Centrale a Biomasse da 10 Mw sempre nel territorio di Pignataro Maggiore ad opera del gruppo Verazzo e soci fortemente voluta e caldeggiata dalla precedente amministrazione guidata dal Sindaco Magliocca e che solo grazie alla tempestività con cui questa amministrazione guidata dal sindaco Raimondo Cuccaro ha posto in essere, sin dal primo giorno del suo insediamento in ragione dei tempi ristrettissimi ancora rimasti, tutti i possibili strumenti giuridici di contrasto alla sua installazione e alla tenacia e alla determinazione dei movimenti ambientalisti del territorio si è riusciti a scongiurarne quantomeno l’entrata in funzione. Poi da ultimo l’ipotesi di realizzazione di un Impianto di Gassificazione di grosse dimensioni nel comune di Capua voluto dalla stessa maggioranza consiliare guidata dal sindaco Carmine Antropoli e una nuova Centrale a Turbogas nel territorio del comune di Presenzano contro le quali già da tempo i vari movimenti ambientalisti dell’Agro Caleno si sono schierati con un’ efficace e partecipata azione di protesta e sensibilizzazione della popolazione.
E infine l’ennesima centrale a biomasse di grosse dimensioni da realizzarsi, secondo quelle che sono le poche e frammentarie notizie che si riescono a reperire anche in via ufficiosa, nel territorio del comune di Calvi Risorta nell’area industriale ex Pozzi e quindi a meno di un Km dalla Centrale a Turbogas di Sparanise da un lato e dall’altra centrale a biomasse di Pignataro. Centrale da realizzarsi ad opera della Iavazzi Ambiente s.r.l. e cioè un gruppo imprenditoriale che fa capo alla famiglia Iavazzi operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti, di cui la stampa locale si è ampiamente occupata in questi giorni, che con Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico protocollo registro interno n° 00057- 22 / 03 2013 – Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica, Direzione generale per l’incentivazione delle attività imprenditoriali, a firma del Direttore Generale Carlo Sappino è stata ammessa a beneficiare di un finanziamento ammesso di 23.512.587,00 € lordo che, al netto delle agevolazioni totali pari a 17.212.000,00 €, per realizzare appunto una centrale biomasse che tra l’altro è anche la più grande tra quelle ammesse per la Regione Campania al finanziamento.
Caro Sindaco, Sindaci e amministratori tutti ora potremmo stare per giorni, mesi anche, a discutere sui dati tecnici di realizzazione o funzionamento di una centrale a biomasse di queste proporzioni. Se è di ultima o di penultima generazione, se inquina più o meno di un Gassificatore o di una centrale a turbogas, sui limiti di emissione, di pompaggio, sulle norme di sicurezza, su cosa potrebbe ricavarne in termini di benefici la popolazione dell’Agro Caleno, su cosa effettivamente la Legge definisce come biomassa, sulla eventuale ricaduta occupazionale per il territorio, su quanto potremmo eventualmente risparmiare in termini di costo dell’energia elettrica, insomma su tanti aspetti che qualcuno potrebbe ritenere interessanti ai fini di una discussione completa ed esauriente dell’argomento e che tanto hanno affascinato in passato qualche esponente della politica locale.
Io però non li trovo interessanti per niente e non perché in genere non sia abituato alla discussione o al confronto di idee anzi, ma semplicemente perché so con chiarezza, non per mia scienza personale ma perché oggi grazie alle nuove tecnologie è enormemente più facile informarsi e documentarsi, che questo tipo di impianti ovunque siano stati installati, anche di dimensioni più contenute, hanno nel tempo e anche se alimentati esclusivamente con biomassa vergine, prodotto una serie di danni ambientali rilevanti dovuti sostanzialmente alla costante emissione di polveri ultrasottili (<1 micron) contenute nei fumi derivanti dai processi di combustione (in particolare PM2,5) tanto che ormai tutti gli organismi più accreditati chiedono da tempo agli organi politici di valutare molto attentamente l’opportunità di continuare a incentivare, con sovvenzioni pubbliche, la produzione di elettricità con la combustione diretta di biomasse solide. Se a questo si aggiunge la considerazione circa la presenza di altre installazioni di questo tipo e simili nello stesso contesto territoriale e a pochissima distanza l’una dall’altra, le dimensioni della stessa e il fondato timore, se non la certezza assoluta come già in tanti in questi giorni hanno giustamente evidenziato, che come la Biopower anche tale Centrale sfrutterà l’articolo 2 del Decreto Legislativo 387 del 2003 che consente di bruciare la parte biodegradabile dei rifiuti urbani, con le facilmente ipotizzabili gravi conseguenze di natura ambientale per l’intero comprensorio territoriale, oltre a tutte le altre criticità che certamente saranno evidenziate nel corso di questa assemblea e sulle quali non mi dilungo oltre.
Ebbene di fronte ad uno scenario di questo tipo e per tutti i motivi esposti anche in premessa mi parrebbe di offendere il mio ruolo e la mia funzione mettendomi a discutere o dissertare anche in via puramente teorica sugli aspetti positivi di questa faccenda, che tra l’altro stento ad individuare, quando so che gli aspetti negativi collegati a questo ennesimo assalto speculativo ai danni di Terra di Lavoro sono tali e tanti da sgombrare il campo da ogni incertezza o tentennamento anche se in questo momento non è agevole individuarli tutti e nel concreto. Mi sembrerebbe di svendere la mia terra e i miei concittadini di cui ho l’onore e il privilegio di essere un rappresentante per un pugno di lenticchie, al pari di quanto fatto da qualcun altro in passato, e questo la mia coscienza non me lo consente.
Consigliere Comunale
Avv. Pier Nicola Palumbo
Capogruppo gruppo consiliare “ La Svolta “

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