Omicidio Tagliaferro: la Dda chiede l’ergastolo per il boss Antonio Ligato e 15 anni di carcere per Antonio Abbate

Omicidio Tagliaferro: la Dda chiede l’ergastolo per il boss Antonio Ligato e 15 anni di carcere per Antonio Abbate

PIGNATARO M. – Arriva un altro duro colpo per i clan dell’Agro caleno, dopo quelli inferti nell’ambito dell’inchiesta “Caleno”. Ieri mattina (23 settembre), nell’ambito del processo sull’omicidio di Salvatore Tagliaferro, il pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Luigi Landolfi, ha formulato le sue richieste di condanna per i presunti colpevoli. Davanti ai giudici della Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere, il sostituto procuratore, nel corso della sua requisitoria, ha chiesto l’ergastolo per Antonio Raffaele Ligato e Giovanni Caruso, quindici anni di reclusione per Antonio Abbate, Clemente Massaro, Pietro Sorgiacomo e Luigi D’Addio. L’accusa non ha ritenuto colpevoli Alfonso Diana e Francesco Carfora.

Tagliaferro venne ucciso nel 1991 a Maddaloni per aver reso delle dichiarazioni accusatorie nei confronti del clan. Per questo fu raggiunto dai suoi killer e freddato con alcuni colpi di pistola. Secondo i collaboratori di giustizia Sorgiacomo e Diana, i mandanti dell’omicidio sarebbero stati Abbate e Bidognetti. La vittima sarebbe stata assassinata anche per la rivalità imprenditoriale con un imprenditore vicino al clan dei “casalesi”.

In sede dibattimentale, tra gli altri, è stato sentito anche il pentito Alfonso Diana sui rapporti tra i “casalesi” e i clan Lubrano-Ligato-Abbate. Il collaboratore di giustizia ha spiegato: “Ligato e Abbate venivano da Francesco Bidognetti nel periodo in cui lui era latitante. Abbate era la personalità di riferimento di Pignataro Maggiore ma Ligato aveva lo stesso ruolo”. Il processo è stato aggiornato al prossimo 12 di novembre, quando il collegio difensivo pronuncerà le proprie arringhe. La sentenza dovrebbe arrivare alla fine dell’anno.

Red. cro.

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