Omicidio Lubrano: la Corte d’Appello di Napoli assolve Bianco, Misso e Piccolo

Omicidio Lubrano: la Corte d’Appello di Napoli assolve Bianco, Misso e Piccolo

PIGNATARO M. – Arriva un nuovo colpo di scena nel processo sull’efferato omicidio di Raffaele “Lello” Lubrano, avvenuto il 14 novembre del 2002. La Seconda Sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli ha assolto Franco Bianco, Giuseppe Misso e Raffaele Piccolo, mentre ha condannato a 23 anni Vincenzo Schiavone detto “o petillo” (dopo le ammissioni autoaccusatorie fatte da quest’ultimo in questi anni). La sentenza ribalta quanto stabilito in primo grado  dalla Corte di Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, la quale aveva condannato all’ergastolo Bianco, Misso e Schiavone. La nuova decisione rimette tutto in gioco.

Il figlio del capoclan Vincenzo Lubrano e genero del boss Lorenzo Nuvoletta, nell’ambito della lotta per la supremazia criminale nell’Agro caleno, era stata una delle vittime dello scontro tra il clan Lubrano-Ligato e la cosca dei “Casalesi”. Secondo la federazione criminale nata nei “Mazzoni”, l’erede designato delle cosche calene avrebbe ostacolato i suoi affari illeciti a tal punto da meritare la morte. Così un commando, in pieno centro cittadino, inseguì Lubrano e lo uccise con numerosi colpi di arma da fuoco.

Una prima ricostruzione degli inquirenti aveva attribuito le responsabilità dell’omicidio al boss Enrico Martinelli, affiliato alla fazione Iovine di San Cipriano d’Aversa. Martinelli era il maggiore indiziato poiché negli anni ’80 il clan Lubrano – Ligato avrebbe fatto uccidere suo fratello Emilio. In quel periodo i vertici della cosca dei “Mazzoni” avrebbero frenato per ragioni di opportunità la voglia di vendetta di Martinelli. In seguito l’attenzione degli investigatori si è concentrata sullo scontro per il controllo del territorio che in quel periodo vedeva contrapposti i due clan.

Red.

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