Nella sua autobiografia Marisa Laurito racconta con ironia “Una vita scapricciata”

Nella sua autobiografia Marisa Laurito racconta con ironia “Una vita scapricciata”

Nel sua autobiografia Marisa Laurito, “Una vita scapricciata” (Rizzoli, 416 pagine, 18 Euro), sottolinea tra l’altro: “Regalare leggerezza alla nostra esistenza per me è una necessità come quella di guardare sempre al futuro, senza mai dimenticare da dove vengo, il mio passato, la storia e la tradizione, che sono il punto di partenza. Senza tutto questo, non avrei potuto scrivere questo libro: i ricordi sono petali di memoria che profumano la vita di dolcezza”. Il cielo primaverile di Napoli è carico di stelle, mentre da una finestra del centro storico qualcuno intona la romanza di Giacomo Puccini “Vincerò”: è sotto questo segno che viene al mondo Marisa Laurito, protagonista poliedrica ed esuberante di oltre mezzo secolo dello spettacolo e del costume italiani. Con “Una vita scapricciata” si racconta per la prima volta con voce squillante e con l’ironia che la contraddistingue.
A formarle il carattere è Napoli, la città in cui tutto avviene in strada, dove ci si incontra, si grida, si ride, si mangia, si rappezzano i dolori. Marisa diventa così un’anima generosa e riconoscente e, infatti, in questo libro, per parlare di sé, in realtà non fa che evocare le persone e le occasioni che l’hanno ispirata, accompagnata, aiutata nel suo percorso artistico e umano: dall’amica Marina con cui affrontò i primi provini a Cinecittà (con tanto di molestie a cui seppe reagire con personalità) al grandissimo Eduardo, il Direttore, dal viso rosa come la camicia, per il tanto cerone messo negli anni che non andava più via. Per ciascuno Marisa dipinge un ritratto di spessore arricchito con preziosi aneddoti, dagli episodi vissuti da squattrinata a Roma a un irresistibile déjeuner a casa Agnelli. Ci sono poi tutti, nessuno escluso, i compagni di quella geniale avventura corale che si sviluppò attorno a Renzo Arbore, che “ha spalancato una porticina nel mio cervello” e “mi ha insegnato a lanciarmi nel meraviglioso cielo dell’improvvisazione”. Un sodalizio importantissimo, come quello con il migliore amico Luciano De Crescenzo, con cui Marisa parla ancora oggi all’ombra del Vesuvio.
Marisa Laurito, nata a Napoli nel 1951, è attrice, cantante, conduttrice televisiva e visual artist. Ha studiato con Eduardo e iniziato a recitare in teatro da giovanissima; è stata interprete di una ventina di film. La grande fama le arriva dalla tv, quando negli anni ’80 entra nel cast di “Quelli della notte” di Renzo Arbore. Da allora prosegue una brillante carriera di conduttrice e showgirl che la vede passare da trasmissioni come “Fantastico” e “Domenica In”; nel 1989 porta a Sanremo la canzone “Il babà è una cosa seria”. Dagli anni 2000 si dedica prevalentemente al teatro. Maria Laurito per ora saluta così: “Nella prossima vita prometto di imparare di più, ridere di più e amare di più il mondo, con la sua gente così diversa da me, senza timore. E già da qui, da ora, continuerò e mi reinventerò ancora, facendo sempre nuovi viaggi e nuove esperienze. Sono un’artista! Non so dove né come, ma senza paura so che ritenterò”.

Red. Cro.

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