Assemblea autonoma Terra di Lavoro e Laboratorio Caleno: La vitalità dei movimenti e il nulla delle istituzioni

PIGNATARO MAGGIORE – Se in questo primo squarcio di 2012 guardiamo alla forza propulsiva, capace di spinte importanti a livello nazionale, del movimento NoTav in ValSusa, ci appare palese in primo luogo la differenza abissale tra l’abilità dei movimenti di produrre democrazia, partecipazione, di porsi come istituzioni concrete nate dal basso, e le classiche forme istituzionali. Lo stesso Parlamento, in questa fase, appare piegato alle volontà di un’oligarchia di gendarmi delle banche e del capitale. Istituzioni incapaci di fornire alcuna risposta se non quella della repressione e della galera, con l’intento di mettere a tacere la volontà delle comunità a favore dei grossi cartelli economici nazionali ed europei, a favore delle decine di istituti bancari “generosi” erogatori di liquidità per l’opera (fondi che re-incasserrano poi con lucrosi interessi), e, non per ultimo, a favore di soggetti che in modo più o meno chiaro sono legati all’attuale governo e ai suoi superministri.

Il movimento NoTav, dopo 20 anni di esistenza e creazione della coscienza del comune sul proprio territorio, si è poi dispiegato su tutto lo stivale e in Europa con iniziative sparse, tra cui occupazioni, azioni simboliche, cortei. Ha palesato ancora una volta, assunti tutti i limiti da smussare, l’estrema vitalità dei movimenti, la volontà di intere generazioni di porsi come soggetto che decide, che costruisce, che cresce, anche affrontando la minaccia della repressione dello stato, che ricalca i  metodi di coercizione e “messa a tacere” praticati dalle organizzazioni criminali: ti opponi alle nostre decisioni? Cerchi più democrazia? Accendi i riflettori su una vicenda che sarebbe dovuta passare in sordina? Benissimo! Giù divieti, botte e galera. Ma la Valsusa  “paura non ne ha”, anzi rilancia; lo stesso movimento riesce nella scommessa, rispetto a una sinistra istituzionale bloccata, se non responsabile in prima persona dei fatti in valle ( e non solo…). Basta vedere la posizione del Pd o le dichiarazioni dei suoi esponenti, Fassino e Bersani su tutti, per capire quanto sia grande la faglia tra politica dei palazzi e il paese reale.

La lotta NoTav, con la sua capacità di andare ben oltre i confini della Valle, di farla vivere lungo tutto il paese, ha mostrato di essere in grado di porsi come soggettività forte e pronta a reagire ad ogni attacco.  Quelle giornate che hanno visto scendere migliaia di persone in tutto il paese al fianco del movimento NoTav ci parlano non soltanto di semplice solidarietà  (che è sempre importante), ma di una voglia di scendere in piazza ed urlare il proprio rifiuto allo stato di cose presenti, andando ben oltre la semplice opposizione alla Tav in Valsusa.

 

Ma quello che a noi preme in questa fase è porre la nostra attenzione sulla situazione politica che si è venuta a creare negli ultimi anni nella nostra zona e di cercare di confrontare l’attuale stato pietoso, con la vitalità che anche le nostre comunità hanno vissuto durante la serie di lotte e movimenti a difesa del bene comune. Ci tocca constatare che in questi luoghi si è preda di un odio e di una contrapposizione crescenti e che la politica dei palazzi, invece di dare risposte alle decine di contraddizioni cui siamo costretti a subire, è ferma in un giustizialismo vuoto e senza senso, a volte reazionario. Le istituzioni locali sono troppo impegnate nella ritualizzazione di un culto della legalità anch’esso vuoto e inutile scollegato dalla realtà e soprattutto semplice “fumo negli occhi”, rispetto alle esigenze della popolazione, che di certo non parlano di terreni confiscati, di aule di tribunale e di denunce anonime… bensì di reddito, di welfare, di servizi gratuiti e di qualità.

Le attuali amministrazioni comunali, infatti, non hanno mosso ancora un dito in questa direzione, a dire il vero non hanno mosso nulla; troppo impegnate in questo gioco delle parti, troppo immobili nelle proprie divisioni interne che le hanno trasformate in blocchi di cemento ingessato e senza dinamicità, struzzi con la testa piantata nel terreno. Ma questo noi già lo sapevamo! Non è un mistero che all’immobilismo nullo delle istituzioni è meglio porre la democrazia e la vitalità dei movimenti. Per questo motivo ci nasce spontanea un’osservazione e anche un quesito che rivolgiamo a tutti, alle persone che quotidianamente incrociamo nei nostri quartieri, dove lavoriamo, o dove semplicemente viviamo: ci siamo resi conto della differenza tra la lunga fase delle lotte popolari e questo vuoto immobile delle istituzioni?

Ci spieghiamo meglio. Crediamo, e ne siamo convinti, che abbiamo vissuto le nostri fasi migliori quando si sono innescati movimenti dal basso; sappiamo che chiunque abbia vissuto quel periodo, possa affermare senza ombra di dubbio che nelle lotte tutto quanto l’Agro Caleno abbia respirato maggiore democrazia, conferendo maggiore legittimità alla voce del popolo. Con le lotte contro la Q8, la piattaforma per rifiuti tossici e nocivi, la centrale a Sparanise, con il presidio permanente a Torre Ortello, Pignataro e l’Agro Caleno tutto hanno vissuto un periodo di democrazia diretta, di partecipazione popolare reale senza precedenti e anche di tre grandi vittorie di massa. Ci riferiamo alla vicenda Q8, alla Piattaforma e alla discarica provinciale. E’ sintomatico che molte delle persone che più si erano spese nei movimenti con grande capacità, si siano poi riversate nelle istituzioni arenandosi nel nulla. Ma questa per noi non è una novità: è tra le motivazioni principali del nostro antagonismo e del nostro rifiuto della rappresentanza. Lo state dimostrando con i vostri fatti che le cose “dall’interno”, come vi hanno insegnato nelle scuole di partito, non si cambiano, anzi, dall’interno non si può fare altro che diventare parte del problema.

Chiediamo ai tanti giovani, così entusiasti e talvolta boriosi per aver finalmente conquistato l’agognato scranno in consiglio comunale, se credevano davvero di poter cambiare le cose, se davvero avevano la presunzione di essere migliori dei loro predecessori, se sono ancora convinti che loro rappresentino “la svolta”. Vogliamo sperare che quella smania sia stata solo il sintomo della loro ingenuità, più che ipotizzare la malafede di chi nasconde dietro parole di cambiamento le solite politiche clientelari e indecenti. Con questo non crediamo affatto che queste persone siano inadeguate, pensiamo sia ben chiaro, che ad essere inadeguato alle richieste di cambiamento delle persone, sia il sistema della rappresentanza partitica ormai giunto al collasso. Sarebbe stato gradito un gesto di discontinuità con il passato, in primis abbassando le retribuzioni di consiglieri e assessori e soprattutto non lottizzando e spartendo posticcioli come quelli della commissione di vigilanza a Pignataro. Rendetevi conto di essere diventati niente più e niente meno dei vostri predecessori. Vogliamo essere chiari anche su di un’altra questione importantissima a nostro avviso: del giustizialismo cieco e vuoto di cui avete fatto stendardo, del nulla giustificato da leggi e da ricorsi e querele a noi non interessa nulla. Ma davvero credete che fare guerre nei tribunali, che invocare manette e repressione, possa essere la soluzione di qualcosa? Siamo stanchi di tutto questo, siamo ormai davvero al limite e reclamiamo senza se e senza ma un’inversione di tendenza oltre a essere già pronti a una nuova fase di conflittualità sociale, visti i costi della crisi che ci sta impoverendo ogni giorno di più. Siamo stanchi delle chiacchiere, delle bugie, del nulla di cui vi state circondando, siamo stanchi di come la nostra comunità manchi di democrazia e di partecipazione. Ecco perché a partire da subito, saremo nelle strade e nelle piazze per combattere questa crisi, per allargare gli spazi di agibilità democratica.

Ciò che ci interessa davvero è maggiore benessere, maggiore reddito, migliori condizioni di vita, maggiore autodeterminazione. Molte le cose da reclamare a cominciare da un Piano Rifiuti che vada verso politiche “Rifiuti Zero”. Un percorso che parte da un impegno a livello istituzionale con tavoli specifici per palesare la volontà delle comunità contro la pratica dell’incenerimento e quindi degli attuali piani regionale e provinciale dei rifiuti, nei quali ritroviamo per l’ennesima volta assecondate le esigenze dei propugnatori e sponsor degli impianti di incenerimento e trattamento speculativo dei rifiuti solidi urbani. A questo vanno aggiunte chiare e fattive prese di posizione e provvedimenti per lo smantellamento della centrale a biomasse sita lungo la via Appia, nel cuore della nostra terra e a pochi chilometri dall’ecomostro regalatoci da Nicola Cosentino, Antonio Merola e l’apparato del Pd vicino ad Hera. Così come crediamo che sia indispensabile un nuovo Welfare Comunale che nasca a partire dalle richieste e dai bisogni dei cittadini. Siamo convinti che a tutto questo si arrivi esclusivamente ritornando a costruire dal basso i percorsi di rivendicazione e di conquista, partecipando in prima persona senza delegare, per edificare nuove istituzioni che parlino il linguaggio dei movimenti e che esprimano i bisogni delle comunità. Per questo motivo invitiamo tutti a produrre  ambiti di discussione e confronto dal basso: crediamo sia necessario rimettere in vita i comitati di quartiere, i comitati dei genitori per vigilare affinché venga garantita un’istruzione pubblica e di qualità. Stessa cosa diciamo ai tanti operai della zona industriale spronandoli a non accettare tutte le decisioni dei vertici sindacali ma ad essere loro stessi ad imporre ai sindacati le pratiche di lotta, anche con l’autorganizzazione. Crediamo vitale ed essenziale la partecipazione come possibile strumento per invertire la rotta, per passare dall’immobilismo istituzionale al dinamismo dei processi democratici diretti! (comunicato stampa Assemblea autonoma Terra di Lavoro)

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