La simpatia di don Luigi Merola tra le testimonianze dei giornalisti intimiditi dalle organizzazioni criminali

La simpatia di don Luigi Merola tra le testimonianze dei giornalisti intimiditi dalle organizzazioni criminali

PIGNATARO M. – Non poteva che irrompere con la sua divertente sincerità e semplicità nella sala conferenze dell’associazione culturale “Circolo Unione”, per salutare i giornalisti minacciati dalla camorra negli anni passati e portare una ventata di aria fresca alla comunità di Pignataro Maggiore. Naturalmente parliamo di don Luigi Merola (prete anticamorra – ci tiene a sottolineare lui – “non perché gli altri sono a favore della camorra, perché è un peccato”), che ieri sera (1 luglio), con la sua simpatia e a suo modo, ha parlato delle difficoltà che si incontrano nella sua opera quotidiana e della speranza che dovrebbe animare chi persegue il cambiamento. Difficoltà che ogni giorno incontra nella gestione della Fondazione “ ’A voce d’ ‘e creature”, un centro allestito in un bene confiscato a Napoli, nel quale ci sono vari gradi di scuola e i ragazzi possono rimanere tutta la giornata, impegnati in attività ludico-ricreative. Attività che finanzia anche con la vendita del suo libro “I Bambini di Napoli”. Vista la curiosità del pubblico in sala, inoltre, don Luigi si è divertito a svelare il “mistero” della richiesta di una sua candidatura alle elezioni, da parte dell’ex premier Silvio Berlusconi, e ha parlato del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.

L’intervento dell’ex-parroco di Forcella che dal 2004 vive sotto scorta, è stato anticipato dagli interventi dei giornalisti Enzo Palmesano, Salvatore Minieri e Davide De Stavola. Palmesano, più volte minacciato dalla criminalità organizzata, ha parlato dell’ultima grande inchiesta su questioni riconducibili alla camorra: la costruzione dell’opificio della Original Birth. La sua è stata – come sempre – una lezione di giornalismo investigativo che ha messo l’accento sugli scandali legati a tale vicenda. Il ruolo del giornalista e la sua presunta solitudine sono stati al centro dell’intervento di Salvatore Minieri. Il giornalista professionista – anche lui vittima di una gravissima intimidazione mafiosa – ha ricordato la sua indagine giornalistica su Cipriano Chianese e il trattamento che ricevette dal suo giornale quando la pubblicò. “Dopo aver ricevuto le minacce, sono stato circondato da tanti amici che mi sono stati vicini”, ha affermato Minieri sminuendo l’idea secondo la quale i giornalisti restano soli di fronte alle minacce della camorra.

Il contributo dei giornalisti si è concluso con l’intervento di Davide De Stavola. Il giornalista pubblicista ha ricordato l’importanza di indagare non solo su quella parte delle mafie che crea allarme sociale e che è più visibile, ma anche su quella “borghesia mafiosa” che muove i fili nell’ombra. Un passaggio, inoltre, lo ha dedicato all’importanza di investire sulla scuola e sulle agenzie educative, vero antidoto alla capacità della camorra di reperire continuamente manodopera. L’incontro è stato moderato dal presidente dell’associazione, l’avvocato Giovanni Morelli, sempre sensibile e disponibile nel promuovere eventi di grandissima importanza sociale. Il presidente del “Circolo Unione”, dopo il saluto portato dal sindaco Raimondo Cuccaro, ha consegnato a don Luigi Merola una scultura realizzata da un artista locale.

Red.

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