Il 24 luglio del Cavaliere e il “parricidio” di Alfano. La fine politica di B. potrebbe essere sancita dai suoi stessi uomini

Il 24 luglio del Cavaliere e il “parricidio” di Alfano. La fine politica di B. potrebbe essere sancita dai suoi stessi uomini

ROMA – Con il voto di fiducia di oggi (2 ottobre) potrebbe arrivare al capolinea l’epopea populista di Silvio Berlusconi. Le sue truppe cammellate, devote per anni al “verbo di Arcore”, potrebbero abbandonare definitivamente il padrone per tentare l’esperienza con la “Nuova Italia”. La schiera degli “ingrati del cavaliere” pare sia folta e guidata dal buon Alfano. Angelino, come in tante occasioni è stato ripetuto, è figlio politico di Forza Italia 1.0 (nella sua variante siciliana creata da Gianfranco Micciché) e creatura del cavaliere.

Posto a tutela degli interessi del Berlusconi uomo, dal seggio strategico del Ministero della Giustizia nel 2008, investito del compito di riorganizzare il Popolo della Libertà in vista delle elezioni del 2013, e di rappresentare il capo nel governo delle larghe intese con il Pd, Alfano era uno degli uomini del “cerchio magico” (reso con termine leghista) dell’ex premier. Nella migliore tradizione storica e letteraria italica, però, il tradimento del figlio è un classico. Dal Bruto delle “Idi di Marzo” al – per arrivare a tempi recenti – Ciano della sfiducia al duce – suocero, sono tanti gli esempi di storici tradimenti orchestrati da insospettabili “figli”.

Quella di queste ore, a differenza dei cesaricidi che intendevano difendere la Res publica romana dalla tirannia, sembra l’opportunistica scelta di scaltri e poco riconoscenti politici, saliti sul carro del vincitore negli anni migliori e pronti a raggiungere la scialuppa di salvataggio a un soffio dalla decadenza di B. e la goffa fine del Pdl, spaccato tra falchi e colombe.

Con i buoni auspici di Letta zio, infatti, i “moderati” sono pronti a sostenere il governo con la garanzia di una “exit strategy” garantita da Napolitano e da Letta nipote: elezioni nel 2015, quando la possibile “rappresaglia” del berlusconismo sarà depotenziata e il popolo del centrodestra avrà elaborato il lutto politico del biscione. In fondo il cavaliere avrebbe dovuto saperlo, in Italia tutto si ricicla. Così come i fascisti si riscoprirono democristiani dopo il biennio ’43-‘45, così i suoi ex fedelissimi potrebbero fare lo stesso dopo il suo “24 luglio”.

da http://davidedestavolanews.myblog.it/

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