Icaro: dopo Napoli, arriva un’informativa antimafia anche dalla Prefettura di Caserta

Icaro: dopo Napoli, arriva un’informativa antimafia anche dalla Prefettura di Caserta

PIGNATARO M. – Anche la Prefettura di Caserta ha preso posizione con un’informativa antimafia sul Consorzio di cooperative sociali “Icaro”, quest’ultimo ben conosciuto a Pignataro Maggiore per lo scandalo dei beni confiscati alla camorra e rimasti nelle mani delle cosche. Un’anticamorra di facciata, quella di “Icaro”, perfettamente in sintonia con l’allora sindaco Giorgio Magliocca, noto per aver partecipato – da consigliere provinciale in carica – a vari incontri con il boss mafioso Lello Lubrano alla vigilia delle elezioni comunali del 2002. In relazione a notizie di stampa diffuse nei giorni scorsi, la Prefettura di Caserta in data 3 luglio 2012 ha precisato quanto segue: “La Prefettura di Caserta in data 19.6.2012 ha adottato, nei confronti della società “Icaro Consorzio cooperative sociali società cooperativa”, una informativa atipica, ai sensi dell’art. 1 – septies del D.L. 629/82, che di per sé non ha efficacia interdittiva ma serve ad orientare le scelte discrezionali dell’Ente appaltante. Analogo provvedimento, sempre ai sensi dello stesso art. 1 – septies del D.L. 629/82 risulta adottato dalla Prefettura di Napoli in data 18.4.2012”.

Il Comune di Napoli, dovendo esercitare una scelta discrezionale, ha cacciato “Icaro”, togliendogli l’appalto per l’assistenza scolastica agli alunni disabili nelle scuole dell’infanzia e dell’adolescenza. “Si informa – scriveva il prefetto di Napoli – che prescindendo da responsabilità penalmente rilevanti, secondo il Gip di Napoli, le associazioni a cui erano stati affidati i beni confiscati a Pignataro Maggiore, tra le quali il consorzio ‘Icaro’, presieduto da Capitelli Gabriele, si sono distinte per la totale inerzia, permettendo così ai clan di camorra, e in particolare al clan Lubrano-Ligato, di continuare a ricavare dagli stessi delle rendite, benché tali patrimoni fossero formalmente annessi al patrimonio indisponibile del Comune ed affidati alla loro gestione”.

Il “caso Icaro”, quindi, è finalmente scoppiato grazie alle battaglie dei giornalisti non asserviti e del fronte anticamorra di Pignataro Maggiore sullo scandalo dei beni confiscati. Come è noto, i giornalisti pignataresi attaccavano “Icaro” e il presidente all’epoca in carica Roberto Capitelli e il loro amico Giorgio Magliocca; Capitelli e Magliocca – dal canto loro – querelavano i giornalisti. Avevano ragione i giornalisti, come è dimostrato dalle informative antimafia emessi dalle prefetture di Napoli e Caserta a carico di “Icaro”. Pubblichiamo alla fine di questo articolo la determina del Comune di Napoli con la quale è stato revocato l’appalto a “Icaro”; documento nel quale si fa esplicito riferimento allo scandalo dei beni confiscati a Pignataro Maggiore. Gli amici di Giorgio Magliocca sono davvero alle corde.

Rassegna stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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