I carabinieri della stazione di Pignataro Maggiore hanno fatto rimuovere uno striscione ambientalista dalla facciata della scuola e convocato la preside in caserma quale “persona informata sui fatti” – I cittadini la accolgono con gli applausi

I carabinieri della stazione di Pignataro Maggiore hanno fatto rimuovere uno striscione ambientalista dalla facciata della scuola e convocato la preside in caserma quale “persona informata sui fatti” – I cittadini la accolgono con gli applausi

PIGNATARO MAGGIORE – Grande attenzione e molti commenti ha suscitato nell’opinione pubblica, a Pignataro Maggiore, in data 27 maggio 2021, l’iniziativa dei carabinieri della locale Stazione (comandante il maresciallo Giuseppe Grumiro) che si sono recati all’Istituto autonomo comprensivo statale per far rimuovere uno striscione ambientalista collocato sulla facciata della scuola in via Antonio Iannotta medaglia d’oro della Resistenza. La dirigente scolastica, professoressa Ida Colandrea, è stata quindi convocata negli uffici della Stazione carabinieri e ascoltata quale “persona informata sui fatti”, dove immaginiamo abbia ripetuto quello che tutti sanno: lo striscione ecologista a tutela del territorio aveva ricevuto tutti i necessari via libera degli organi scolastici dell’Istituto comprensivo.

Non appena si è diffusa la notizia della convocazione in caserma, poco prima di mezzogiorno, spontaneamente un gruppo di persone si è recata davanti alla Stazione carabinieri per esprimere solidarietà alla dirigente scolastica Ida Colandrea (che è arrivata accompagnata da un avvocato), accolta da applausi; scena che si è ripetuta all’uscita: altri applausi e parole di incoraggiamento (“Viva la preside!”). Tra le persone presenti anche il giornalista e scrittore Salvatore Minieri (vittima di reati di stampo camorristico) che subito dopo ha inutilmente chiesto di poter parlare con il comandante della Stazione carabinieri per avere informazioni in merito: il maresciallo Giuseppe Grumiro gli ha fatto sapere che era impegnato. Salvatore Minieri ha continuato nella stessa giornata un intenso e seguitissimo lavoro di controinformazione sulla sua pagina Facebook, un’autentica spina nel fianco dei poteri forti, delle organizzazioni criminali e dei politici collusi.
In precedenza, quando si erano diffuse le prime frammentarie notizie, il giornalista Enzo Palmesano (vittima di reato di tipo mafioso) aveva telefonato alla Prefettura e al Comando provinciale dei carabinieri di Caserta per chiedere se ritenessero utile assumere informazioni sulla rimozione dello striscione, trattandosi di un tema delicatissimo: quello della libertà d’espressione costituzionalmente garantito. Enzo Palmesano aveva poi telefonato alla preside, mentre su Facebook si leggevano numerosi messaggi di solidarietà per la stessa dirigente scolastica a firma di comuni cittadini e di militanti del “Movimento BastaImpianti”. Proprio da un durissimo comunicato del “Movimento BastaImpianti” apprendiamo che “saranno convocati anche due membri della comunità in caserma, dobbiamo esprimere tutti e tutte solidarietà nei loro confronti”. Terremo informati i nostri pochi ma affezionati lettori sugli sviluppi della situazione.
Non ancora è dato sapere chi sia stato a chiedere l’intervento dei carabinieri per far rimuovere lo striscione. Se si è trattato della denuncia di esponenti politici locali, possiamo fare delle ipotesi a nostro giudizio fondate, andando a memoria e senza nemmeno consultare il nostro ben fornito archivio: 1) si è trattato della delazione di qualche soggetto che ha avuto vari incontri con un boss mafioso, quest’ultimo ucciso in un regolamento di conti tra bande criminali; 2) della sortita di chi si accompagnava a camorristi durante la campagna elettorale; 3) della soffiata di personaggi che si sono fatti sottoscrivere la lista da parenti e autisti di capiclan ergastolani pluriomicidi; 4) del “pizzino” di affaristi che hanno legami di interesse con personaggi molto efficacemente descritti in informative partite all’indirizzo della Direzione distrettuale antimafia; 5) della spiata di quanti favoriscono l’arrivo di denaro pubblico nelle tasche di amici, compari e “cumparielli” dei boss; 6) della dritta di chi ha fatto tornare la camorra sui beni confiscati alla camorra; 7) della richiesta di “legalità” di chi la organizza con i prestanome delle cosche. E’ un sommario elenco della classe politica di Pignataro Maggiore, famigerato paese tristemente conosciuto quale “Svizzera dei clan”.
Concludiamo questo nostro articolo – corredato dalla foto dello striscione e da quella della dirigente scolastica Ida Colandrea che esce dalla Stazione carabinieri – con un ricordo del partigiano pignatarese Antonio Iannotta (1907-1958), a cui – come si è detto – è intitolata la strada sulla quale si affaccia la scuola. Gli fu conferita la medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: “Ufficiale di complemento, combattente valoroso dell’attuale guerra, dopo l’8 settembre 1943 manifestò subito decisa e superba volontà di lotta contro l’oppressore nazifascista. Impareggiabile nell’organizzazione della lotta clandestina di cui è stato tra i massimi e più fattivi esponenti, in strettissimo ed operante contatto con tutte le forze della resistenza, magnifica figura della guerriglia partigiana dell’Italia Centrale, ha dimostrato in innumerevoli episodi di valore, nella dura vicenda dell’occupazione, eccezionale coraggio e dedizione incondizionata alla santità della causa. Ricercatissimo dal nemico che ne temeva capacità ed ardire, vivendo per mesi tra fucilazioni ed arresti, sprezzante di ogni pericolo, presente in ogni rischio ed in ogni incitamento, ha dato alla Patria, con l’esempio e l’azione, grandissimo apporto di eroiche e memorabili gesta. Leggendaria figura della lotta partigiana – Lotta partigiana dell’Italia Centrale, 8 settembre 1943 – 4 giugno 1944”. Antonio Iannotta – aggiungiamo noi – rischiò la vita anche perché i suoi concittadini pignataresi potessero, un giorno, liberamente scrivere striscioni in difesa dell’ambiente.

Rassegna stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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