Gassificatore, Merola: il problema pare essere una faccenda tra Comune di Capua e la società Gisec

Gassificatore, Merola: il problema pare essere una faccenda tra Comune di Capua e la società Gisec

VITULAZIO – Michele Merola (Prc) interviene sulla convenzione tra Comune di Capua e Gisec per la localizzazione del gassificatore:

Abbiamo letto con attenzione la convenzione tra il Comune di Capua e la società provinciale Gisec sulla costruzione del Gassifiicatore di Capua, convezione che detta le norme per la costruzione e per la successiva amministrazione dell’impianto, nonchè dei relativi ristori o compensi per avvelenare i Capuani e tutto l’agro Caleno. Ristoro che ad una prima lettura spetterebbe solo al comune di Capua e per i suoi cittadini sarebbe inoltre previsto un drastico abbassamento della Tarsu… Diciamo subito a scanso di Equivoci che non siamo interessati ne al ristoro ne all’abbassamento della Tarsu, se questo deve significare avvelenare le nostre terre e la nostra aria per i prossimi venti anni, ma già riscontriamo in queste norme una palese ingiustizia, la Convenzione sembra scritta se come tutta la faccenda Gassificatore fosse solo un problema tra il Comune di Capua e la società Gisec, che rappresenta la provincia e che a suo dire rappresenterebbe il braccio operativo nella gestione dei rifiuti in provincia di Caserta. Non si fà minimamente menzione nella convenzione al ruolo e a ciò che pensano di tutta questa vicenda le amministrazioni dei Comuni Limitrofi, che ne sono investiti, tanto quanto il comune di Capua, a dispetto dell’autonomia e della salvaguardia della salute dei cittadini dell’Agro Caleno. Tutta la convenzione non sembra altro che un libro contabile per sistemare i conti in rosso di un Ente disastrato come il comune di Capua. Da un punto di vista tecnico poi, ci piacerebbe sapere in quale modo sono stati superati i vincoli cogenti che avrebbero impedito la costruzione del GASSIFICATORE, e cosa si intende per vincoli cogenti, non è forse un vincolo insuperabile la salute dei cittadini e delle popolazioni limitrofe, o il definitivo massacro di un territorio votato all’agricoltura e alla zootecnia, o la distruzione di una economia locale che si basa sulla coltivazione dei terreni e delle produzioni agricole dop. Sono questi i vincoli insuperabili che avrebbero dovuto rispettare coloro i quali si accingono a seppellire un territorio che un tempo era l’orgoglio del sud , quella Terra di Lavoro trasformata in Terra di Veleni..

Michele Merola

Responsabile Provinciale Dipartimento Ambiente

e Territorio Partito della Rifondazione Comunista

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