False buste paga del consorzio rifiuti Acsa Ce/3: otto gli indagati. Coinvolto anche l’ex presidente Scialdone

False buste paga del consorzio rifiuti Acsa Ce/3: otto gli indagati. Coinvolto anche l’ex presidente Scialdone

VITULAZIO – Questa mattina, il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Caserta ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per un valore di circa 110.000 euro, nei confronti di una società finanziaria di Napoli nonché di quattro soggetti beneficiari di un finanziamento ottenuto mediante la produzione di false attestazioni circa l’esistenza di un rapporto di lavoro dipendente con il disciolto Consorzio ACSA CE/3. Il provvedimento emesso dal Giudice per l’indagine preliminare del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura della Repubblica, ha portato anche alla notifica di otto informazioni di garanzia. Tutti gli indagati, tra i quali c’è anche l’ex presidente del Cub, Antonio Scialdone, sono accusati di falso e truffa ai danni di un ente pubblico.

Nel corso delle indagini, che hanno aggiunto un ulteriore tassello al più complesso scenario oggetto di accertamento, è stato appurato che il direttore generale pro tempore del disciolto Consorzio ACSA CE/3 (successivamente confluito nel Consorzio Unico di Bacino delle Province di Napoli e Caserta), nel mese di luglio del 2008, in concorso con altre persone, avrebbe prodotto falsi certificati di servizio, false buste paga ed altra documentazione attestante il vincolo di lavoro dipendente per i quattro soggetti che, in realtà, non sono mai stati alle dipendenze del consorzio.

In particolare, la documentazione è stata utilizzata per richiedere alla società finanziaria partenopea un prestito mediante la cessione del quinto dello stipendio ed ha consentito al direttore generale ed ai falsi dipendenti di appropriarsi delle somme ricevute a titolo di finanziamento, pari a circa 20.000 euro ciascuno, cagionando un danno alla stessa società finanziaria ed al C.U.B. E’ stato accertato anche che, grazie alla connivenza di personale del consorzio, era stato effettuato dai conti correnti del Cub un bonifico di trentamila euro a vantaggio della società. Sia le somme indebitamente percepite dai falsi dipendenti che quanto ricevuto illegittimamente dalla finanziaria sono stati colpiti dalla misura reale.

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