Definitivamente archiviata la querela al giornalista Salvatore Minieri: la sua denuncia sull’inquinamento alla mondi.re. era fondata e rispondente al vero. Brutto colpo per gli imprenditori che sono abituati a “trattare” amichevolmente con certa parte della stampa

Definitivamente archiviata la querela al giornalista Salvatore Minieri: la sua denuncia sull’inquinamento alla mondi.re. era fondata e rispondente al vero. Brutto colpo per gli imprenditori che sono abituati a “trattare” amichevolmente con certa parte della stampa

PIGNATARO M./SPARANISE – Per trovare tracce di giornalismo investigativo, in provincia di Caserta, ormai occorre un cane da tartufo, se non – addirittura – uno di quelli “molecolari”, fondamentali per le ricerche delle persone scomparse. È un dato, oggettivamente acclarato, che restituisce la cifra di una deprimente tendenza diffusa in zona. Una vocazione al silenzio divenuta, paradossalmente, più dannosa della stessa politica che la tiene sotto costante controllo padronale.
Nonostante tutto, si può provare a spulciare tra le carte dei Tribunali, per trovare quelle famose tracce molecolari di giornalismo d’inchiesta nel casertano. Lì, spiccano molte archiviazioni per alcuni giornalisti, finiti nel mirino giudiziario di un fuoco fittissimo, scatenato da decine di querele che sono riconducibili – quasi sempre – alle stesse sigle societarie, operanti in alcune zone del casertano.
Proprio in questo ambito, per il giornalista Salvatore Minieri, arriva la definitiva archiviazione sul caso “Tabacchificio tossico di Sparanise”, dopo la querela della MondiRe, società che gestiva proprio l’ecomostro della città, lasciandolo – al momento della cessazione delle attività lavorative – in condizioni di estrema pericolosità, per l’ambiente circostante e per i residenti della zona. Assistito dall’avvocato Letizia Di Rubbo del Foro di Santa Maria Capua Vetere, Minieri è uscito vincitore anche da questa lunga vicenda giudiziaria.
Il professionista aveva portato alla luce uno scandalo ambientale di proporzioni davvero inquietanti: la presenza di liquidi pericolosi, amianto e scorie nocive, su una superficie vastissima; tutta di pertinenza dell’ex opificio MondiRe di Sparanise. In alcuni passaggi dell’Autorità Giudiziaria, inoltre, è stata confermata l’importanza del lavoro giornalistico di Salvatore Minieri che, per primo dopo anni di silenzi e posizioni “accomodanti” di istituzioni politiche e di una larga fetta della stampa anche “dai capelli bianchi”, è riuscito a mostrare immagini esclusive, finite – qualche settimana dopo la pubblicazione del reportage – in una durissima Interrogazione parlamentare, indirizzata al Ministro dell’Ambiente. Grazie al reportage del giornalista, infine, le Autorità competenti hanno dato il via alle fasi di finanziamento per la bonifica e la messa in sicurezza del tabacchificio di Sparanise, in provincia di Caserta; uno degli impianti più grandi, tossici e pericolosi d’Italia. L’ennesimo colpo per le cordate societarie, da sempre allergiche ai giornalisti con la schiena dritta e al giornalismo che non strizza l’occhio a segreterie politiche ed amici. Le stesse compagini imprenditoriali che, evidentemente, sono abituate a ben altro tipo di giornalismo. Magari, caratterizzato da più copiosa lubrificazione, in fatto di modus operandi.

C.S.

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