Contrabbando, condannati per associazione per delinquere di stampo mafioso cinque capi storici della scu e della camorra

NAPOLI – I boss della Scu e della Camorra gestivano insieme alla fine degli anni Novanta il traffico del contrabbando dal Montenegro in Italia. Lo ha stabilito la Corte d’Assise d’Appello di Bari che ha condannato per associazione per delinquere di stampo mafioso cinque capi storici delle due organizzazioni mafiose di Puglia e Campania, ribaltando parzialmente il giudizio di primo grado che non aveva invece riconosciuto il vincolo associativo mafioso. La Corte ha condannato a 7 anni di reclusione per associazione mafiosa ilÿcapo contrabbandiere Francesco Prudentino, detto ‘Ciccio la Busta’, e a 5 anni per lo stesso reato il figlio Antonio. Secondo l’accusa, i due, assolti in primo grado nell’ottobre 2010 dal reato associativo ma condannati per contrabbando l’uno a 6 anni e l’altro a 3 anni e 6 mesi, erano i capi dell’organizzazione mafiosa che tra il 1995 e il 2000 avrebbe trafficato tra il Montenegro e la Puglia 250 tonnellate di tabacchi al mese, riciclando i proventi delle attivita’ illecite in Svizzera e in altri paradisi fiscali. Oltre ai Prudentino, sono stati condannati per associazione mafiosa, dalla quale erano stati tutti assolti in primo grado, il capo della camorra napoletana Costantino Sarno (7 anni), l’olandese Sandro Cuomo (4 anni) e il collaboratore di giustizia, ed ex capo della Scu brindisina, Benedetto Stano (10 anni in continuazione con la condanna per l’omicidioÿdi Vladimir Jelenic, detto Vania, il ventiduenne montenegrino ucciso la notte tra il 23 e il 24 ottobre del 1995 a Bar, in Montenegro; delitto di cui Stano si era auto-accusato). Condanna a 4 anni di reclusione per riciclaggio perÿEros Vanini, di Mendrisio (Svizzera). I giudici hanno cosi’ accolto il ricorso dell’allora pm antimafia che aveva coordinato le indagini, Giuseppe Scelsi, che, come sostituto pg, ha rappresentato l’accusa anche nel processo di secondo grado. Secondo la Dda, esisteva un accordo criminale teso a favorire il contrabbando di sigarette tra Montenegro e Italia, appaltando i traffici illeciti a latitanti nascosti in Montenegro in contatto con le organizzazioni criminali di Bari, Brindisi e Napoli.

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