Confiscati beni per 700 milioni di euro alla moglie e ai figli di Passarelli, gli imprenditori dello zuccherificio “Kerò”

Confiscati beni per 700 milioni di euro alla moglie e ai figli di Passarelli, gli imprenditori dello zuccherificio “Kerò”

CASERTA – La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha emesso un provvedimento di confisca, per beni che ammontano a 700 milioni di euro, nei confronti degli eredi di Dante Passarelli. In queste ore, gli uomini della Dia e dell’Arma dei Carabinieri di Caserta stanno eseguendo la misura ai danni della moglie e dei figli di quello che veniva considerato il riferimento economico-finanziario del clan dei Casalesi, morto il 4 novembre 2004, cadendo misteriosamente da una terrazza priva di recinzione, mentre si stava concludendo il processo “Spartacus” davanti alla Corte di Assise di sammaritana.

Il provvedimento di confisca ha dato attuazione alla novella legislativa introdotta dall’art.18 del decreto legislativo 6 settembre 2011 n 159 (Testo Unico Antimafia) che ha esteso la confisca di prevenzione delle ricchezze illecite a momenti successivi alla morte della persona pericolosa, quando la proposta sia avanzata nei riguardi dei successori a titolo universale o particolare entro il termine di cinque anni dal decesso. La confisca, richiesta dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, riguarda beni immobili, tra cui appartamenti, fabbricati e terreni ed il rimanente terzo della tenuta “La Balzana”. I beni oggi appartenevano alla moglie e ai figli di Passarelli:

De Marco Teresa nata a Casal di Principe il 31.10.1941 (coniuge);

Passarelli Biagio nato a Casal di Principe il 21.10.1963 (figlio);

Passarelli Franco nato a Casal di Principe il 24.05.1965 (figlio);

Passarelli Gianluca nato a Casal di Principe il 27.12.1971 (figlio);

Passarelli Davide nato a Napoli il 03.02.1977 (figlio);

Passarelli Antonella nata a Napoli il 03.02.1977 (figlia);

Passarelli Maria Teresa, nata a Casal di Principe l’8.12.1974 (figlia)

Franco Passarelli, attualmente detenuto, era stato destinatario (lo scorso 18 marzo 2013) insieme al fratello Biagio – anch’egli detenuto – e altri, di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Napoli per associazione di tipo mafioso, a seguito di una articolata indagine condotta dai carabinieri su richiesta della Dda. Inoltre, la Prima Sezione Penale Collegio B di Santa Maria Capua Vetere, in data 22 gennaio 2013, ha sentenziato, per Passarelli Franco per un altro procedimento la condanna di anni 6 e mesi 8 di reclusione per i reati associazione esterna al clan dei casalesi ed estorsione.

Nel corso del procedimento avviato nel giugno del 2010 è stata anche sollevata la questione di legittimità costituzionale dello stesso articolo 18 del Testo unico Antimafia. La corte costituzionale sancì l’infondatezza e, in parte, l’inammissibilità della censura di incostituzionalità.

La confisca che la D.I.A. ed i Carabinieri stanno eseguendo rappresenta l’ultimo atto di una vicenda processuale iniziata con il sequestro preventivo eseguito a carico di Passarelli Dante nel procedimento “Spartacus” e si è giovata delle acquisizioni investigative e di quelle dibattimentali emerse nel corso del processo. In tale sede venne configurato, attraverso numerose dichiarazioni provenienti dai collaboratori di giustizia ( tra i quali, Carmine Schiavone, Dario De Simone, La Torre Augusto, Ferrara Raffaele, Frascogna Domenico ed altri), verifiche documentali ed intercettazioni telefoniche, l’esistenza di uno stabile rapporto tra Passarelli Dante e l’organizzazione dei casalesi, specie nel settore del reimpiego dei capitali di provenienza illecita.

In particolare, la misura cautelare reale riguardava le società IPAM (con annesso zuccherificio, uno dei più importanti in Italia negli anni 90) e “Immobiliare Bellavista”, all’interno delle quali erano inseriti centinaia di beni immobili, tra cui appartamenti, fabbricati e terreni e l’azienda agricola “Balzana” (ex Cirio) dell’estensione di centinaia di ettari, nel cui acquisto, negli anni ’90, intervenne l’organizzazione criminale dei Casalesi per una cospicua parte. Il decesso del Passarelli determinò, nel processo “Spartacus,” la declaratoria di estinzione del reato e la conseguente, necessitata revoca del sequestro dei beni, con l’esclusione di quelli riconducibili direttamente all’organizzazione dei “Casalesi”.

Il ruolo di fiduciario dell’organizzazione dei Casalesi svolto da Passarelli Dante determinò la Corte di Assise a disporre, con la sentenza del 15 settembre 2005, la confisca di due terreni e dei 2/3 del complesso agricolo “La Balzana”, acquistati dal Passarelli nell’ambito di operazioni di investimento immobiliare compiute nell’interesse del gruppo criminale dei casalesi. L’azienda agricola “ La Balzana“, peraltro, era stata frequentemente utilizzata dai vertici del clan dei Casalesi come base logistica per ospitare latitanti o per spedizioni di morte nei territori circostanti Cancello Arnone

Gli accertamenti patrimoniali effettuati dalla DIA e dai Carabinieri di Caserta hanno consentito di aggiornare il quadro economico della famiglia Passarelli e verificare la sproporzione tra i redditi dei familiari del Passarelli e l’immenso patrimonio accumulato negli anni 80 e 90.

BENI CONFISCATI:

Le attività hanno consentito di sottoporre a vincolo reale:

n. 3 Società e relative quote per l’intero capitale sociale;

n. 126 immobili suddivisi in appartamenti, fabbricati e magazzini;

n. 24 posti auto;

n. 51 autorimesse;

n. 58 terreni

Red. cro.

 

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