Chiesta l’archiviazione per l’ennesima querela contro il giornalista Salvatore Minieri

Chiesta l’archiviazione per l’ennesima querela contro il giornalista Salvatore Minieri

SPARANISE –  Il Pubblico Ministero, Gionata Fiore, ha chiesto l’archiviazione per la querela sporta dagli imprenditori Vitale-Carbone di Sparanise, in provincia di Caserta, contro il giornalista professionista Salvatore Minieri, da anni impegnato sul difficile e pericoloso fronte del giornalismo investigativo.
Il cronista, il 12 marzo scorso, aveva pubblicato un reportage sul vasto ventaglio di interessi commerciali del gruppo imprenditoriale che, secondo la dettagliata ricostruzione dell’assetto societario, è pienamente inserito anche nella gestione di terreni per la realizzazione di impianti per lo smaltimento rifiuti, proprio in provincia di Caserta. Il giornalista, difeso dall’avvocato Letizia Di Rubbo del Foro di Santa Maria Capua Vetere, aveva fatto piena luce sul complesso sistema imprenditoriale dei Vitale, attraverso l’analisi della documentazione riferibile alle sigle “Garden srl”, “Astecom srl” e “New Quick Break srl”, dimostrando che la famiglia Vitale-Carbone, oggi, gestisce un diversificato business management che abbraccia un segmento commerciale, capace di controllare alcuni bar e ristoranti della zona, la gestione di immobili, l’allestimento di cerimonie ed eventi, fino alla importante piattaforma della compravendita e gestione di terreni interessati da progetti per la costruzioni di strutture per lo smaltimento di rifiuti, anche pericolosi.
Il contenuto degli articoli di Salvatore Minieri, secondo l’assunto del Pubblico Ministero, Fiore, è risultato “pienamente contenuto nell’alveo del diritto di cronaca così delineato dalla giurisprudenza. Inoltre, il giornalista ha esercitato il diritto-dovere di informare i lettori, verificando la verità dei fatti contenuti nell’articolo: i querelanti, infatti, vengono collegati alle attività di altre società, non alla base di convinzioni personali, ma sulla base di reali circostanze, verificate dall’indagato (il giornalista Minieri, ndr), come si evince dai documenti dallo stesso consegnati nel corso delle indagini…”.
Gli imprenditori Vitale-Carbone avevano querelato il professionista, lamentando una non corrispondenza della ricostruzione giornalistica del Minieri, con la realtà oggettiva dei loro interessi imprenditoriali. Secondo il documento di richiesta di archiviazione della querela, invece, gli assunti del giornalista sono corroborati e confermati dalla documentazione che lo stesso cronista ha fedelmente riportato nel suo reportage, collegando le società dei Vitale-Carbone anche con il business dei terreni sui quali costruire centrali per i rifiuti nel casertano.
Secondo il Pubblico Ministero, infine, gli articoli di Salvatore Minieri “costituiscono piena espressione dell’articolo 21 della Costituzione e pertanto non censurabili dal punto di vista penale”. Chiesta anche l’archiviazione per il direttore responsabile del giornale Caleno24Ore, sul quale erano apparsi gli articoli di Salvatore Minieri.
Salvatore Minieri, nell’ambito di un’altra inchiesta sui terreni delle zone Asi nel casertano, aveva scritto un dettagliato reportage che culminò nelle minacce di due membri di spicco del clan Lubrano-Ligato di Pignataro Maggiore contro il giornalista. I due, nel 2018, sono stati condannati in primo grado, dopo la coraggiosa denuncia dello stesso Minieri. Quest’ultimo denunciò le minacce nel 2011, quando i due fratelli gli intimarono di non proseguire con le sue inchieste che riguardavano l’area per lo sviluppo industriale del comune casertano. Sette anni dopo, il Tribunale di Napoli Nord ha infine condannato in primo grado i due fratelli, figli del ras di Pignataro Maggiore, Vincenzo Lubrano.

C.S.

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