Centrale a biomasse: Il sindaco Cuccaro ha ricostruito in queste ore i passaggi preliminari della vicenda

Centrale a biomasse: Il sindaco Cuccaro ha ricostruito in queste ore i passaggi preliminari della vicenda

PIGNATARO M. –Ecco una nota diffusa da Palazzo Scorpio in merito alla questione della localizzazione di una centrale a biomasse sul territorio di Calvi Risorta:

Il quadro sulla questione biomasse a Calvi Risorta sta passando sotto la lente dei politici più accorti che, con l’ausilio di collaboratori ed esperti, stanno cercando di dare un maggiore margine di chiarezza all’intera vicenda. Il sindaco di Pignataro Maggiore, Raimondo Cuccaro, ha ricostruito in queste ore i passaggi preliminari della vicenda e ha voluto diramare le notizie raccolte, soprattutto per consentire a tutti i cittadini una comprensione profonda del caso biomasse nella zona ex Pozzi di Calvi Risorta.

A costruire la centrale, come già detto nei giorni scorsi, sarà la Iavazzi Ambiente, titolare della richiesta presso i ministeri competenti, soprattutto presso il dipartimento che afferisce al Ministero per lo Sviluppo Economico.

“Sì – ha commentato Raimondo Cuccaro –  ma molti non sanno che la Iavazzi potrà godere di un finanziamento ammesso di 23 milioni e mezzo di euro che, al netto delle agevolazioni totali, rimarrà una cifra astronomica di ben 17 milioni di euro. Insomma,  una parte dei nostri soldi di contribuenti che potrebbe essere passata alle aziende private per rendere ancora più compromessa l’area dove viviamo”.

Secondo i dati disponibili sul decreto emanato da Carlo Sappino, direttore generale del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica – direzione generale per l’incentivazione delle attività imprenditoriali, la centrale a biomasse che si vorrebbe realizzare a Calvi Risorta sarebbe una delle più grandi del Mezzogiorno. “E non solo – ha continuato il sindaco di Pignataro Maggiore – tutte le altre centrali autorizzate dal decreto ministeriale sono piccolissime, rispetto a quella che si vuole realizzare da noi, in un territorio che ospita già una centrale  a biomasse come quella della Biopower e la terribile centrale di Sparanise”.

Le perplessità del sindaco riguardano soprattutto i terreni acquistati da Iavazzi che, secondo le prime notizie, sarebbero anche ricadenti in area Pozzi, quella Pozzi che, in parte, era della SRC della famiglia Cosentino che lo acquistò per due milioni di euro, per poi rivenderlo a 11 milioni alla Egl, società che realizzò l’indotto per la centrale termoelettrica di Sparanise. “Voglio sapere se esiste una documentazione attestante la capacità della centrale termoelettrica di Sparanise di smaltire i rifiuti – ha concluso Raimondo Cuccaro –  e ,se sì, voglio sapere perché si vuole realizzare anche un altro impianto che brucerà biomasse e non solo. Il mio grande timore è che ci si possa trovare al cospetto di una vera e propria conurbazione degli inceneritori che qualcuno ha deciso di realizzare sotto le nostre città”. Intanto, ad avere la prima autorizzazione ministeriale a realizzare impianti a biomasse in Campania ci sono anche la Sarno Ecologia e Ambiente, la Società Agricola Santa Maria della Foce, la Bicogein e l’Isola d’Agri, la Imet Energia e la BioGas Cilentano. E’ rimasta fuori per un punteggio inferiore ai 40 punti (soglia di ingresso per accedere ai finanziamenti agevolati) la Desar Energia.

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