Centrale a biomasse, Cuccaro: uno scandalo senza fine che uccide la dignità della nostra gente

Centrale a biomasse, Cuccaro: uno scandalo senza fine che uccide la dignità della nostra gente

PIGNATARO M. – Di seguito il comunicato stampa inviato da Palazzo Scorpio sulla vicenda relativa alla centrale a biomasse:

Alla fine la bomba è deflagrata nel modo più improvviso, con tutto il suo carico di perplessità e paure dalle stanze del Tar Lazio, dove la famiglia Iavazzi vince il suo primo round sulla strada per la realizzazione della centrale a biomasse a Calvi Risorta. La potente famiglia di imprenditori, specializzata nel trattamento dei rifiuti, aveva ottenuto, il 22 marzo scorso, dal Ministero per lo Sviluppo Economico, il via al contributo per la realizzazione di una enorme centrale a biomasse nel tenimento di Calvi Risorta, grazie a un finanziamento agevolato che supera i 17 milioni su un investimento ammesso di 23.

Ma, una delle società escluse, la Agrobioenergia srl, aveva presentato ricorso al Tar Lazio. Nelle motivazioni della Agrobioenergia, c’erano soprattutto le doglianze per il punteggio basso ottenuto dalla Iavazzi Ambiente e l’erogazione di un finanziamento sproporzionato per la società che vuole realizzare le Biomasse a Calvi Risorta.

Nulla da fare, il ricorso della Agrobioenergia è stato rigettato questo pomeriggio (31 maggio 2013) per  mancanza di elementi di fondatezza del documento stesso.

Questo, se letto in un’ottica più profonda e documentata, sta a significare che la Iavazzi Ambiente è a un passo dall’ottenere quella Autorizzazione Unica che spalancherebbe le porte alla costruzione di una centrale di proporzioni enormi. Il sindaco di Pignataro Maggiore, Raimondo Cuccaro, sta lavorando alla convocazione di un Consiglio Comunale con i sindaci di tutto il comprensorio provinciale sul quale ricadrebbero le micidiali ripercussioni della centrale a bidonasse targata Iavazzi. “E’ uno scandalo senza fine che uccide soprattutto la dignità della nostra gente, noi siamo ritenuti animali sacrificabili che possono beccarsi il tumore in nome del guadagno di pochi – ha sbottato la fascia tricolore di Pignataro, da decenni in prima linea nella difesa del sistema ambientale del territorio – io non ci sto e chiedo subito a tutti i sindaci del territorio, quello di Calvi Risorta in primis, di partecipare a un Consiglio Comunale aperto con tutti i cittadini per chiarire una volta per tutte cosa si nasconda dietro questa procedura stranissima che sta portando, con troppe incongruenze, Iavazzi a realizzare un mostro terribile nel cuore dell’agro Caleno”.

Calvi Risorta è un’Amministrazione sotto i riflettori ufficialmente. Il sindaco e l’ufficio tecnico cittadino, infatti, stanno consentendo a Iavazzi di demolire alcune strutture presenti nell’area acquistata dalla Iavazzi Ambiente, senza avere il “permesso di costruire/concessione” con il “nulla osta” dell’Asi.

Tutto sta avvenendo con la presentazione di una semplice Scia (segnalazione certificati di inizio arttività). “Sì, una procedura molto singolare – ha detto Raimondo Cuccaro – non si possono demolire strutture in zona Asi senza la certificazione dell’Asi; il sindaco Caparco deve spiegarmi come mai non si è accorto di questa clamorosa incongruenza, magari può venirlo a spiegare nel Consiglio Comunale aperto. Io – ha concluso il sindaco di Pignataro Maggiore – offro tutta la mia disponibilità a bloccare l’ennesima calata dei mostri ambientali nella nostra zona, anche perché temo che ci si possa appigliare all’articolo 2 del Decreto Legislativo 387 del 2003 che consente di bruciare la parte biodegradabile dei rifiuti urbani nelle centrali a biomasse. Ora è il momento di togliere la maschera e difendere i nostri popoli, invece che prenderli in giro con fughe e superficialità”.

Intanto,  la Iavazzi Ambiente ringrazia e cammina spedita verso la realizzazione di una delle centrali più grandi del Mezzogiorno, nel cuore dell’agro caleno, a pochi passi dalla centrale Turbogas di Sparanise (quella dello scandalo dei terreni della famiglia di Nicola Cosentino) e a soli due chilometri dalla centrale a biomasse Biopower di Pignataro, inutilizzata perché realizzata grazie a un intricato sistema di corruzione e tangenti, smascherato proprio dal sindaco di Pignataro Maggiore, Raimondo Cuccaro.

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