Anche Scialdone interviene sulla crisi amministrativa, senza spiegare la sua inversione a U sulla sfiducia

Anche Scialdone interviene sulla crisi amministrativa, senza spiegare la sua inversione a U sulla sfiducia

 VITULAZIO – E finalmente, dopo tanta attesa, arriva anche la versione del dottor Antonio Scialdone, in arte “zuzzù”, che dal suo house organ – tra qualche tempo vi sveleremo anche qual è la “moneta” di scambio con Lollipop -, senza dare troppe spiegazioni ai cittadini, dispensa giudizi a destra e a manca, ma non dice alla comunità, unico giudice di questa politichetta da quattro soldi, perché stava per affossare il suo amico Achille Cuccari e perché poi è ritornato sui suoi passi. L’ex presidente del Consorzio unico di bacino afferma che “gli è stata prospettata una occasione e lui l’ha sfruttata”, ma quale occasione? Quella di mandare a casa il sindaco o quella di pretendere in extremis, a pochi mesi dalle elezioni, qualche altra prebenda?

Come è stato ricordato anche nei commenti dei nostri lettori, la minoranza, utilizzando un pragmatismo alquanto singolare, una machiavellica strategia che poi gli si è ritorta contro, ha sbagliato nel tentare il contatto con elementi della maggioranza e con lo Scialdone. È vero che la politichetta paesana orchestra anche queste “azioni”, ma accordarsi con un condannato in primo grado, è oggettivamente troppo. In questa fase la minoranza ha dimostrato di non essere troppo diversa da quella maggioranza che in questi anni ha tanto criticato.   

Ma torniamo al nostro Scialdone. Ex collaboratore di Nicola Ferraro all’EcoCampania, il Consigliere regionale condannato per concorso esterno in associazione camorristica, nell’ambito del processo Normandia; presidente di quel consorzio per i rifiuti che ha contribuito a creare un disastro ecologico nella nostra terra (leggi anche http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/24/rifiuti-in-campania-e-il-direttore-che-piace-al-pdl-ma-anche-al-pd/); condannato in primo grado a 3 anni e 2 mesi di reclusione, oltre a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, per “calunnia aggravata”; grazie a qualche utile idiota, è diventato il sacerdote dell’oracolo di Delfi a cui dare voce strumentalmente, al fine di tutelare gli interessi di quella parte che a qualcuno garantisce ancora la pagnotta. Nemmeno una domanda su quel ripensamento repentino.

Se essere qualcosa a Vitulazio significa essere come Antonio Scialdone e il “tastivendolo” a cui è stato promesso il ritorno in “patria” in cambio di qualche regalo finanziato dai vitulatini, preferiamo essere niente e chiedere conto – a nome dei cittadini onesti – quale è stata la ragione AUTENTICA che lo ha spinto a salvare Achille Cuccari. Tutto il resto, comprese le questioni personali, non ci interessano.

Red. pol.

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