46enne condannato in via definitiva per maltrattamenti in famiglia: la Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro la sentenza di secondo grado

46enne condannato in via definitiva per maltrattamenti in famiglia: la Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro la sentenza di secondo grado

PIGNATARO M. – La Corte di Cassazione mette la parola fine ad una deprecabile storia di maltrattamenti che si è consumata a Pignataro Maggiore qualche anno fa. La Settima sezione, con ordinanza del 14 luglio scorso, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Giulio Pontillo contro la sentenza della Corte d’Appello di Napoli che lo aveva condannato a due anni e sei mesi di reclusione. Il quarantaseienne, difeso dagli avvocati, Elisabetta Carfora e Carlo De Stavola, deve anche corrispondere tremila euro e le spese processuali.
Ha retto anche alla prova della Corte Suprema l’esito dei due precedenti gradi di giudizio. In entrambi i casi, infatti, la pubblica accusa e le parti civili, rappresentate dall’avvocato Luciano Polizzi – del Foro di Santa Maria Capua Vetere con studio a Pignataro Maggiore -, hanno dimostrato a più riprese che l’uomo ha maltrattato la moglie – D.L.G. –, anche in presenza delle due figlie.
In primo grado la Terza sezione penale – collegio C – del Tribunale sammaritano, presieduta dal giudice Francesco Rugarli (a latere i giudici Antonio Riccio e Giorgio Pacelli), aveva condannato Pontillo a due anni e sei mesi di reclusione per maltrattamenti aggravati nei confronti della compagna e delle due figlie, che si erano costituite parti civili. In quella sede era stato stabilito anche il pagamento alle vittime di una provvisionale quantificata in ventunomila euro – oltre al risarcimento danni da corrispondere alla moglie in proprio e quale rappresentante delle figlie minori.
L’imputato, tuttavia, tramite i suoi difensori, si era rivolto alla Corte d’Appello di Napoli. La Terza sezione penale della Corte di Appello di Napoli – presieduta dalla dottoressa Elena Conte –, invece, all’inizio di quest’anno ha confermato il verdetto di primo grado, disponendo anche il pagamento delle spese sostenute dalla parte civile.
Di fronte al nuovo ricorso, la Settima sezione, a conclusione della Camera di Consiglio di venerdì scorso, ha chiuso definitivamente il caso confermando le precedenti decisioni.

Red. Cro.

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