“Giudizio Finale”: la Seconda sezione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere assolve Antonio Scialdone

“Giudizio Finale”: la Seconda sezione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere assolve Antonio Scialdone

VITULAZIO – Nel tardo pomeriggio di ieri (31 ottobre) è arrivata la sentenza del processo “Giudizio Finale”, il procedimento a carico di  quarantaquattro imputati accusati di aver falsificato fatture e codici Cer per il trattamento, il trasporto dei rifiuti, nonché per aver violato la normativa ambientale per le bonifiche eseguite per conto della società Sem “Società ecologica Meridionale” Spa, collegata all’impresa convenzionata dalla Regione Campania, la Recam. La seconda sezione penale collegio C del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduto dalla dottoressa Maria Francica (giudici a latere Chiara Di Benedetto ed Elena Di Bartolomeo), ha condannato dodici delle quarantaquattro persone coinvolte, assolvendo – tra gli altri – l’ex direttore generale del Consorzio unico di bacino, Antonio Scialdone.

Oltre alle assoluzioni, la corte ha comminato oltre ottanta anni di reclusione, alcune interdizioni dai pubblici uffici e la confisca di quote e beni aziendali di sei società. In tale procedimento giudiziario si erano costituiti parte civile anche sedici tra enti pubblici e governativi, tra questi: la  Presidenza del consiglio dei ministri, il ministero degli Interni, la Regione Campania, le Provionce di Napoli e Caserta, i comuni di Maddaloni, di Caserta , di Casagiove, di Castel Volturno, di Casapulla,  di Santa Maria Capua Vetere,  di Marcianise e Legambiente Campania.

I fatti risalgono al 2004, quando l’impresa Sem Spa, diretta da Pasquale Di Giovanni finì nel mirino della Dda e dei magistrati napoletani che indagavano appunto sulle operazioni di bonifica della Recam eseguite nell’area casertana, nel nolano e nei comuni a ridosso del Vesuvio. Secondo la Dda, la camorra marcianisana aveva deciso di investite nel settore dei rifiuti, potenzialmente molto più redditizio e, soprattutto, meno rischioso di quello della droga. Nelle decine di imprese attenzionate dalla Procura, sarebbero stati convogliati i proventi delle attività illecite ed i ricavi delle estorsioni e dell’usura. Le stesse ditte sarebbero riuscite a ottenere la supremazia del mercato, sfruttando il totale controllo del territorio grazie all’operatività militare del clan, arrivando ad assumere una vera e propria posizione monopolistica nel settore dell’intermediazione dei rifiuti.

Di seguito le condanne e le assoluzioni decise dal collegio giudicante:

Armenino Grazia – prosciolta per intervenuta prescrizione

Armenino Stefania – idem

Auriemma Eduardo – idem

Boccalato Nicola di Marcianise – escluso art.7, condannato 5 di reclusione e 8.000 euro di multa

Buttone Amelia, figlia del boss Buttone – prescrizione

Buttone Giuseppe condannato 18 anni di reclusione 4.600 euro di multa

Buttone Rossella figlia di Giuseppe – prosciolta

Caravecchio Angelo di S. Angelo in Formis – presidente della squadra San Giorgio a Cremano – prosciolto

Casafino Massimo di Roma – prosciolto

Celestino Mino di Marciane – prosciolto

Cirillo Francesco – prosciolto

De Filippo Agostino – condannato a 6 anni di reclusione e 10.000 euro di multa

De Marinis Maria -prosciolta

Delle Curti Mauro di Capodrise – fratello del consigliere provinciale Giuseppe Delle Curti – condannato a 5 anni e 6 mesi di reclusione e 9000 euro di multa

Di Giovanni Pasquale  – condannato a 13 anni di reclusione e 3000 euro di multa (proprietario della Sem)

Di Giovanni Anna (figlia di Pasquale) – prosciolta

Forte Antonietta di Marcianise – 5 anni di reclusione e 8000 euro di multa

Froncillo Andrea – 6 anni e 6 mesi di reclusione e 10000 euro di multa

Gattola Tony di Sessa Aurunca – prosciolto

Golino Marisa (moglie di Di Giovanni Pasquale) – 4 anni di reclusione e 1500 euro di multa

Riccardo Michele – assolto

Maietta Francesco (dipendente del comune di Marcianise) – anni 6 di reclusione

Malinina Vitlana – prosciolta

Maltengo Daniela – prosciolta

Mezzacapo Rosa (moglie del boss Giuseppe Buttone) – condannata 3 anni di reclusione

Musone Orsola – prosciolta

Negro Vincenzo di Capodrise – 3 anni e 6 mesi di reclusione

Noviello Giuseppe – prosciolto

Ograzia Maria di Marcianise – prosciolta

Principato Giuseppina di Marcianise- assolta

Salzillo Antonio – prosciolto

Scialdone Antonio – assolto

Valentino Tommaso di Marcianise – 5 anni di reclusione e 8000 euro di multa

Red. cro.

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